Trattativa in corso. Il Gp oltre il 2025: "Possiamo farcela ma siamo in ritardo"

Dal Governo ai Comuni, il presidente di Aci chiede gioco di squadra: "C’è in ballo il rinnovo del contratto per i prossimi 10 anni".

Trattativa in corso. Il Gp oltre il 2025: "Possiamo farcela ma siamo in ritardo"

Trattativa in corso. Il Gp oltre il 2025: "Possiamo farcela ma siamo in ritardo"

"Possiamo farcela ad ottenere il rinnovo del contratto con Formula 1, ma sarà fondamentale l’impegno non solo di Aci, ma anche del Governo, del Consorzio del Parco, di Regione Lombardia e dei Comuni di Monza e di Milano. La sfida è ardua e tutt’altro che scontata". Non vuole illudere nessuno il numero di Aci, Angelo Sticchi Damiani, sul futuro dell’autodromo. La data che ha in testa è una, ossessionante: anno solare 2025, quando lo storico circuito monzese potrebbe rischiare di perdere il rinnovo del contratto che lo lega da sempre alla Formula 1, a farne quasi un sinonimo. L’impresa oggi è più difficile che mai, anche rispetto al recente passato, quando "nel 2020, durante il Covid, nessuno al mondo voleva fare il Gran premio e in un anno l’Italia riuscì a organizzarne addirittura tre". "Ora la situazione è esattamente al contrario – chiarisce l’ingegnere alla guida di Aci –. Ci sono diversi Paesi fortemente motivati a vedere un proprio circuito in Formula 1. Penso alla Germania, che ha la scuderia Mercedes che nel recente passato ha vinto tutto e presto vedrà forse il debutto di Audi. Poi la Corea del Sud, la Turchia e l’India hanno già avanzato richieste. E giusto l’altro ieri, a Imola, il primo ministro di un importante Paese asiatico ha dichiarato di volere il Gp a casa sua". "C’è poi Madrid – continua il presidente –, che da sette mesi ha completato un nuovo circuito. In Spagna hanno tutta l’intenzione di avere anche loro una seconda pista per il Gp oltre quella della Catalogna, analogamente a quanto avviene in Italia con Monza e Imola". Da questo si capisce l’urgenza: "Arrivati a quest’anno avremmo già dovuto rinnovare il contratto con F1, siamo in ritardo – osserva preoccupato Sticchi Damiani –. Una pregiudiziale è sicuramente il fatto che la concessione tra noi e il Consorzio del Parco scade tra 3 anni. Dobbiamo dare la garanzia a Fia di esserci ancora, così come la rassicurazione sul fatto che continueremo a fare i lavori di ammodernamento necessari: qui è in ballo un contratto per i prossimi 10 anni". E le richieste sono tutt’altro che banali: "Formula 1, che ora è gestita dalla società americana Liberty Media, punta molto a un aspetto scenografico e spettacolare dell’ambiente, che garantisca comfort ai tifosi. Vogliono soprattutto una maggiore ospitalità, visto che più persone ci sono e più gli sponsor pagano, e un aumento dei posti del paddock dei club. Questi ultimi a Las Vegas sono arrivati a costi pazzeschi, anche di 20mila euro per un weekend. In Europa non ci arriveremo mai, ma comunque dobbiamo aumentare la qualità dell’offerta". La logica di F1 è far aumentare i ricavi per ottenere di più dalla concessione.

"Conviene anche a noi aumentare l’ospitalità – continua il numero uno di Aci – se vogliamo contenere l’aumento dei costi che avremo sicuramente, perché siamo quelli che pagano meno in Europa e siamo l’unico Gp a non avere l’aumento del 3 per cento annuo. Dal 2018 abbiamo sempre pagato 20 milioni di dollari di quota fissa". I lavori strutturali per migliorare la qualità dell’ospitalità a Monza sono ancora tanti e onerosi: il paddock e la copertura dello stesso con l’innalzamento di un piano sopra ai box, il rifacimento delle tribune, una nuova e più moderna Fan Zone. "Dobbiamo arrivare a questo in tempi celeri – conclude Sticchi Damiani –. Monza è il circuito più antico e iconico al mondo, ma le situazioni non sono immutabili. Dobbiamo avere la garanzia per i prossimi 2/3 anni di finanziamenti pubblici dal Governo e la collaborazione del Consorzio del Parco. Il tempo non è nostro alleato e rischiamo di arrivare tardi".

A.S.