
Sala operatoria
Monz, 12 ottobre 2020 - Sono trascorsi 10 anni. Era la notte tra l'11 e il 12 ottobre 2010. Dopo 6 ore di intervento Carla Mari, allora 52enne, usciva dalla sala operatoria dell'ospedale San Gerardo di Monza con le sue mani nuove, accompagnata da Massimo Del Bene, direttore della Chirurgia plastica e della mano, e dalla sua équipe.
La donna di Gorla Minore (Varese) nel 2007 aveva subito l'amputazione di tutti e quattro gli arti, mani e piedi, per postumi di una sepsi generalizzata sistemica. Già nel 2008 aveva chiesto di essere messa in lista per il trapianto di mani. L'11 ottobre la telefonata dall'ospedale di Cremona, che annunciava la donazione da parte di una donna di 58 anni morta in seguito a un'emorragia cerebrale. E' così che Carla passa alla storia come la prima paziente italiana sulla quale è stato eseguito un doppio trapianto di mani. Trapianto che "è rimasto ancora un unicum", sottolineano dall'Asst Monza.
"Oggi posso abbracciare, posso stringere mani, posso accarezzare i miei nipotini, posso toccare la vita - racconta Carla - e tutto l'impegno, la fatica, anche il dolore, è solo un ricordo del passato. Ogni azione quotidiana è diventata così normale che spesso anche i miei familiari 'dimenticano'. Ci sarà sempre da parte mia una riconoscenza infinita per la famiglia che ha fatto in modo che io abbia potuto 'rinascere', e per tutta l'équipe medica che prima, durante e oggi mi ha seguita non solo, anzi mai, come una paziente, ma sempre in un modo così familiare e direi affettuoso, da farmi sempre sentire parte di un grande progetto, soprattutto umano". Carla sta bene e ha riacquistato la sua autonomia con una buona motilità delle mani, confermano i medici. L'uso delle cellule staminali mesenchimali autologhe utilizzate nel trapianto, "un'intuizione geniale del professor Andrea Biondi", preparate nel laboratorio Verri e utilizzate in più occasioni nell'arco di questi anni, sembrano aver dato il loro positivo apporto, non avendo avuto episodi di rigetto e con una terapia di mantenimento mono farmaco sotto la soglia terapeutica.
"La lista dei professionisti da ringraziare per questo bellissimo risultato è lunga, ma alcuni per il loro costante e prezioso lavoro devono essere menzionati", evidenzia Del Bene prima di elencarli: "Umberto Mazza e Francesca Barile, che grazie al loro studio psicologico preparatorio e postoperatorio, che continua ancor oggi con Carla, hanno dato il benestare per il trapianto; Maria Luisa Melzi con Pietro Enrico Pioltelli, che hanno impostato e seguito i protocolli terapeutici, diminuendo sempre più i farmaci fino ad arrivare ad oggi a un solo farmaco ed è l'unico caso al momento nel mondo in un trapianto bilaterale di mani". E ancora: "Giuseppe Gaipa e Daniela Belotti per aver creduto nel progetto e aver preparato le cellule staminali autologhe. Infine Emilio Verri per aver creato il laboratorio Verri, realtà così importante e necessaria senza la quale non avremmo raggiunto questo importante risultato. Un traguardo per tutta la sanità lombarda".
Un "successo per la sanità pubblica", lo definisce il direttore generale della Asst Monza Mario Alparone, "e un successo per la nostra azienda che 10 anni fa ha eseguito il doppio trapianto e oggi brinda insieme a Carla per il risultato, dando una speranza a chi è ancora in attesa di un trapianto da donatore".