
Tony Laganà
Cesano Maderno (Monza e Brianza), 2 gennaio 2021 - Può sembrare strano, ma se ne è andato con un sorriso, quel sorriso che non lo aveva mai abbandinato, neanche nei momenti più duri. Nei suoi ultimi 37 giorni di vita, non riusciva più a parlare, nemmeno con il comunicatore. Sedato per gran parte del tempo, quando era sveglio aveva solo un movimento delle sopracciglia a disposizione per esprimersi, per far vedere alle persone che gli restavano vicine che un barlume di lui sopravviveva ancora. Il 28 dicembre, nel tardo pomeriggio, Antonio “Tony” Laganà è morto. Aveva 49 anni.
Affetto da Sla, Sclerosi Laterale Amiotrofica, era finito più volte in questi anni sulle pagine del nostro giornale. Quando ad esempio aveva lottato per poter accedere alle contestate terapie a base di cellule staminali approntate da Davide Vannoni con l’illusorio e poi proibito metodo Stamina. Poi quando aveva chiesto aiuto per potersi comprare una nuova carrozzina elettrica che poiesse consentirgli un’esistenza più confortevole e ci era riuscito grazie al nostro giornale prima e all’associazione “Il Salvagente” poi che aveva raccolto e rilanciato il suo appello. Infine, per una terapia a Francoforte sempre a base di staminali che riusciva a dargli un po’ di conforto ma che non riusciva più a permettersi economicamente.
Intanto il progredire della malattia era stato però inarrestabile e inevitabile. Tony Laganà era un imprenditore di successo con la passione per le motociclette quando il male aveva fatto capolino nella sua esistenza, le amate corse a livello amatoriale che disputava erano state il campanello d’allarme che qualcosa in lui stava irrimediabilmente cambiando.. "Avevo cominciato a cadere, non riuscivo più a usare i freni" ci aveva raccontato. Dopo diversi esami, nel 2011 la diagnosi spietata e definitiva: malattia neurodegenerativa del motoneurone. La Sla. Una patologia senza speranze, vita media 10 anni.
Tic tac, tic tac . Una discesa agli Inferi senza soste. La tracheotomia, nel 2014,l’alimentazione artificiale con un tubo quest’anno, la perdita della vista, i ricoveri, gli arresti cardiaci, le polmoniti. Di pari passo, la perdita del lavoro, i soldi che se ne andavano, la vita privata che naufragava, le badanti giorno e notte. Accanto gli erano rimasti alcuni affetti, i figli Daniele (24 anni) e Asia ( 17) o la figlia acquisita Katia (30). La prima compagna, Loredana Papaleo, non lo aveva mai perso di vista e c’era anche nelle ultime ore: "Era una persona fantastica, con una incredibile voglia di vivere... Mi aveva chiesto di sposarlo, questo resterà il mio grande rimpianto. E mi ha sorriso anche andandosene".
Non stupisce chi lo aveva conosciuto. "La morte non fa parte del mio quotidiano - ci aveva ribadito nel nostro ultimo incontro -, so che un giorno arriverà, ma non sto certo qui ad aspettarla". A parte tutto quello che mi è successo, "ho blindato la mia mente e questo fa si che io sorrida sempre a questa vita". Anche il suo profilo Facebook riportava, come motto, la frase "sorridere sempre...".
Il 22 dicembre, il giorno del suo ultimo compleanno, c’era stato il peggioramento definitivo, dal quale non si era più ripreso, fino al decesso il 28. I funerali si celebreranno questa mattina alle 10.30, nella chiesa di Calderara, frazione di Paderno Dugnano. Tony era nato e cresciuto lì, prima di trasferirsi a Cesano Maderno. E lì aveva chiesto si facessero un giorno le sue esequie. E, dopo la cremazione, lì riposerà per sempre.