Cesano Maderno, tassista eroe morto per gli altri: la verità è bloccata dalle perizie

A quasi due anni dalla sua morte resta ancora senza giustizia Eugenio Fumagalli, 47enne di Albiate

Incidente sulla Milano-Meda, morto Eugenio Fumagalli (nel riquadro)

Incidente sulla Milano-Meda, morto Eugenio Fumagalli (nel riquadro)

Cesano Maderno (Monza), 12 ottobe 2020 - A quasi due anni dalla sua morte resta ancora senza giustizia, per la battaglia di perizie tra accusa e difesa, il tassista eroe che si è immolato per aiutare una coppia di fidanzati coinvolti in un incidente stradale. Eugenio Fumagalli, 47enne di Albiate, in Brianza, la notte del 12 gennaio 2019 stava rientrando dopo avere finito il turno con il suo taxi e vide sulla Milano-Meda, all’altezza di Cesano Maderno, il tamponamento di una Fiat 600 con a bordo una coppia di fidanzati brianzoli, di ritorno da una serata tra amici, da parte di un’auto pirata. Il tassista decise fermarsi per prestare soccorso, ma è fu dalla loro auto nuovamente tamponata e sbalzato a 40 metri di distanza. Il pm della Procura di Monza Alessandro Pepè ha firmato la conclusione delle indagini nei confronti di due dei tre automobilisti inizialmente indagati. Davide Provenzale, 28enne di Lazzate, che alla guida di un’Audi A3 ha causato il tamponamento e poi è fuggito ed è risultato positivo all’alcoltest (per la terza volta in 8 anni di patente), è accusato delle lesioni colpose causate ai fidanzati, guida in stato di ebbrezza, fuga ed omissione di soccorso.

Mentre di omicidio colposo per la morte di Eugenio Fumagalli è chiamato a rispondere un 48enne residente a Meda, Gaetano Spuches che, secondo l’accusa, viaggiando a velocità eccessiva, non riusciva a vedere in tempo la 600 ferma in mezzo alla strada e la urtava, proiettandola contro il tassista. Nella stessa inchiesta era indagato anche un terzo automobilista di origine romena per cui però la Procura ha chiesto l’archiviazione. Secondo la ricostruzione che emerge dalla perizia disposta dalla Procura il 28enne guidava ubriaco, ad alta velocità e con "manovre pericolose", sorpassi a zigzag sulla strada, "uno in seguito all’altro, senza alcuna cautela". Una ricostruzione contestata dalla difesa, che ha presentato una sua consulenza, ora girata dal pm al proprio perito per le controdeduzioni. Intanto sono scaduti i termini per i domiciliari e ai familiari del tassista eroe non resta che tentare di anticipare i tempi del risarcimento dei danni con una richiesta di mediazione civile.