MARCO GALVANI
Cronaca

Dopo lo scandalo, le telefonate: "Tranquillo, la sua protesi è sicura"

Monza, Policlinico e Istituti Zucchi contattano centinaia di pazienti

Ospedale

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Monza, 17 settembre 2017 - Adesso che la magistratura ha smascherato un presunto giro di mazzette, fra protesi «scadenti», soldi e regali per il “disturbo” di medici e chirurghi, adesso che tre medici del Policlinico e della Clinica Zucchi sono finiti in carcere travolti dall’inchiesta che ha investito la sanità e messo nei guai altre 18 persone, si apre un nuovo fronte. Quello sanitario. Perché oggi i due gruppi ospedalieri in cui lavoravano Claudio Manzini (Clinica Zucchi), Marco Valadè (Policlinico di Monza) e Fabio Bestetti (al Policlinico fino all’estate del 2015) si trovano a fare i conti con i pazienti operati dai chirurghi finiti in carcere. Gli Istituti Clinici Zucchi hanno già iniziato a contattare uno a uno tutti i pazienti – poco più di un centinaio – che dal 2014 e fino a mercoledì scorso sono stati operati da Manzini e a cui è stata impiantata una protesi Ceraver chiarendo che, al di là del giudizio espresso dai medici intercettati («queste protesi fanno c...»), si tratta di protesi certificate, controllate e registrate dal ministero della Salute che non ha mai messo in evidenza problemi.

Anche il Policlinico ha avviato un contatto con i pazienti di Valadè e Bestetti (circa 350). A loro «invieremo una lettera in cui spieghiamo la situazione e a cui allegheremo anche tutte le certificazioni delle protesi Ceraver – anticipa Alessandro Cagliani del Gruppo Policlinico di Monza –. In ogni caso, da giovedì, ovvero da quando sono state eseguite le misure cautelari, abbiamo sospeso ogni fornitura del prodotto della ditta. Ma non per dubbi sulla qualità del prodotto bensì per evitare il rischio di ulteriori episodi di corruttela».

E comunque, «per permettere ai singoli medici di lavorare in scienza e coscienza, la nostra organizzazione prevede che siano i medici a scegliere i prodotti che considerano migliori per il paziente. Non la struttura». All’interno del Policlinico «viene applicato quanto previsto dalle normative vigenti, con la definizione di procedure organizzative atte a discernere le responsabilità oggettive aziendali e soggettive dei singoli professionisti operanti presso l’ azienda». Pertanto «i fatti contestati, se confermati, sono riconducibili ad eventuali responsabilità personali dei soggetti coinvolti». Il Gruppo si dichiara «assolutamente estraneo» al sistema corrotto e ha già dato mandato ai propri legali di «stabilire eventuali azioni da porre in essere».