Tamponi e test sierologici: il 72 per cento è guarito

A Vimercate, Seveso e Carate si traccia il contagio con tutti i mezzi Effettuati 469 controlli “drive-in“ senza scendere dalla macchina

I tamponi senza scendere dalla macchina

I tamponi senza scendere dalla macchina

Vimercate, 5 maggio 2020 - Guerra al virus con 3.400 tamponi da marzo e i primi test sierologici. All’ospedale di Vimercate è cominciata la Fase 2. Si traccia il contagio con tutti i mezzi a disposizione. Non solo. Si studia anche l’andamento dell’epidemia sul territorio, due mesi fa i positivi erano il 72%, ad aprile, invece, stessa incidenza sul totale, 72 su 100, ma di guariti, il 18% dei risultati riguarda dipendenti, soprattutto infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici.

Un’inversione di tendenza confermata anche dalla ricerca delle memorie immunitarie nel personale e nei pazienti indicati da Ats, i 65 accertamenti portati a termine giovedì scorso, al debutto dell’indagine - 18 a Carate, 23 a Seveso e 24 a Vimercate - sono tutti negativi, cioè, nessuno è entrato i contatto con il bacillo-killer. I tamponi "drive in", cioè quelli effettuati senza scendere dalla macchina sotto i tendoni esterni - una parte del totale - sono sin qui 469, dei quali 202 su medici e infermieri e 267 su dimessi dai reparti e dal pronto soccorso dopo la quarantena a domicilio.

Dati essenziali per costruire la rete di sorveglianza che permetterà a governo e Regione di aprire o chiudere i rubinetti, se necessario. Le restrizioni ancora in vigore caleranno se la diffusione della malattia sarà sotto controllo e aumenteranno in caso contrario. Il bastoncino in gola o nel naso serve a individuare chi è contagioso, e quindi a far scattare l’isolamento tempestivo per evitare che i casi si moltiplichino in modo esponenziale, i test sierologici invece sono utili a stimare il numero di persone che hanno avuto a che fare con il virus. L’insieme fornisce un quadro che consentirà al sistema sanitario di non essere preso in contropiede come è successo quando è scoppiata la pandemia. "L’unico modo per poter convivere con il Covid in attesa di cura o vaccino", sottolineano in ospedale. Finora però sono state decine le testimonianze di contatti diretti di persone infettate o anche di sintomatici prigionieri in casa che non sono mai stati sottoposti a tampone. Lo scenario sembra essere cambiato.