MARCO GALVANI
Cronaca

Bagana Rock, la fabbrica dei talenti da palco

Desio, un gruppo di professionisti della musica va “a caccia” nei locali alla ricerca delle band ancora nascoste

Lo staff di Bagana Rock: Emiliano Camellini, Manuela Monti, Elisa Galli e Matteo Camellini

Desio (Monza Brianza), 26 marzo 2018 - Quando nel 1989 i Nirvana salgono sul palco del Bloom di Mezzago sono tre perfetti sconosciuti. Hanno appena pubblicato Bleach, il loro disco d’esordio. Davanti a loro non c’è quasi nessuno. Pure una decina d’anni prima, a tutt’altre latitudini, in quel di Manchester, il 4 febbraio del 1977, l’anno che incendiò la musica, in un piccolo locale suonano i Sex Pistol, per la prima volta al di fuori di Londra. Davanti a loro, solo 43 paganti.

La storia della musica, poi, ha raccontato quello che sono diventati. Perché non é necessario essere tanti per essere giusti. Perché “ci vuole orecchio”. Alla fine si torna sempre lì. Da qualcuno che ti ascolta e riconosce il talento. Alla vecchia maniera. Nei localini e nei club che ancora resistono con le band che suonano dal vivo. Quelli che non s’accontentano di fare cassetto riempiendo il locale con le cover band ma che fanno uscire dalle cantine il talento underground. Quello dei ragazzi che fanno gavetta. Che buttano l’anima sul palco. È lì che Emiliano Camellini e i suoi talent scout vanno a caccia. Alla vecchia maniera, appunto. Sì, «c’è anche la mail, arrivano una ventina di proposte al giorno da tutta Italia» nella casella di posta della The Jack Music Agency, nata nel 2011 da una costola di Bagana Rock Agency, una “fabbrichetta” (nel cuore della Brianza industriale) di talenti che nel 2008 aveva ereditato l’attività di booking e management lasciando a Bagana Records il ruolo di etichetta indipendente.

Ogni sera, soltanto nei locali di provincia, puoi trovare almeno 500 gruppi che suonano. Sarà anche vero che solo “uno su mille ce la fa” e il resto rimane arte e dedizione ad uso e consumo (quasi) personale, ma è altrettanto sacrosanto provarci. «Con una giovane band su cui investo devo guardare con una prospettiva di tre anni – spiega Emiliano –, tre anni di lavoro duro in cui creare una identità musicale e una base di fan. Comunque nei primi tre, sei mesi capisci subito: appena inizi a metterli sotto pressione, spesso mollano». Ma Titta Morganti, il numero uno del pianeta Bagana, ed Emiliano – entrambi musicisti nei Mellowtoy: remember Jump It e la versione di Save a Prayer passata a rullo sulla vecchia MTV? –, insieme con gli altri cinque ragazzi dello staff non mollano: «Devo cercare realtà che diventino i miei Guns o i miei Negramaro». Emiliano punta in alto: «I Negramaro sono arrivati al successo ma erano già musicisti, avevano già provato la gavetta, i sacrifici, le porte in faccia». Niente scorciatoie da talent: «Se lo vivi come un’esperienza, il talent va bene – chiarisce Emiliano –, ma se lo fai per diventare famoso allora rischi di farti male». Il nulla artistico ma impacchettato da un grande marketing non può resistere a lungo.

Jack Music e Bagana Rock vogliono arrivare a «creare un’isola di qualità musicale»: la prima ha una ventina di super emergenti, la seconda – con un curriculum di collaborazioni con Barley Arts, Live Nation, Hard Staff e Hub Music Factory – gestisce una quindicina di band tra cui i Rats, i The Fire, i Mercanti di Liquore, le “ragazzacce” di Killin’ Baudelaire. E pure i Ritmo Tribale, storico gruppo hard rock della Milano degli anni Ottanta. Senza di loro, tanto per capire, non ci sarebbero stati gli Afterhours e nemmeno i Negrita. Ora i “tribali” son tornati. Con un nuovo progetto che il 7 aprile li porterà sul palco del Legend di Milano. Hanno scritto il loro pezzettino nella storia della musica. «Ma come faccio a far apprezzare il rock nuovo se i ragazzi non conoscono i Led Zeppelin? – la provocazione di Emiliano –. E' una questione di cultura. E di qualità, non di quantità. Su tanti artisti non c’è contenuto ma solo business». Ecco perché «se vincessi al Superenalotto farei una Tv musicale. Per fare breccia e arrivare a tutti».