Mimmo l’Egiziano non molla: rincorre e blocca due ladri. Intervento numero 30 per il custode-sceriffo

«Mi sono messo a urlare e i due ladri sono scappati... ma io non li ho mollati, avevo timore che fossero riusciti già a rubare qualcosa e non potevo permetterlo» di Dario Crippa

"Mimmo L'Egiziano" (Radaelli)

"Mimmo L'Egiziano" (Radaelli)

Monza, 25 ottobre 2014 - Se prima o poi le istituzioni cittadine non gli daranno un premio, probabilmente gli faranno un grande torto. Perché non è comune trovare un cittadino come Mohamed Salah, per chi lo conosce semplicemente «Mimmo l’Egiziano». Un custode di un palazzo capace, senza mai un dubbio o un ripensamento, di gettarsi a caccia del ladruncolo, del rapinatore o del truffatore di turno che va ad attentare alla sicurezza degli abitanti del suo palazzo, ma spesso anche di quelli vicini. Non a caso l’altra sera ha sventato l’ennesimo episodio criminale - il numero trenta della sua personale classifica - che stava avvenendo nel palazzo che gli è stato affidato in custodia, un’elegante residenza in via Rovani 14, zona musicisti, a due passi dal Parco di Monza. Mohamed Salah nota strani movimenti già nel pomeriggio: due ragazzi, un maschio e una femmina, si aggirano nella zona con l’aria dei mendicanti. Mimmo ha l’occhio lungo e li tiene d’occhio. Evidentemente, però, anche i due giovani tengono d’occhio lui. E infatti non appena si assenta qualche minuto per portare il figlio in palestra, la coppia di ragazzi entra in azione. Sono all’incirca le 18 e «quando sono rientrato - racconta Mimmo - ho visto che avevano spalancato il cancello e avevano scassinato la porta a vetri della portineria: erano ancora lì che armeggiavano, dopo aver piegato le lamiere, con la serratura utilizzando un grosso cacciavite...». 

La reazione di Mimmo l’Egiziano è scontata per chi lo conosce: «Mi sono messo a urlare e i due ladri sono scappati... ma io non li ho mollati, avevo timore che fossero riusciti già a rubare qualcosa e non potevo permetterlo». I due ladri sono giovani e corrono come lepri, ma Mimmo l’Egiziano, che di anni ne ha 49, è un mastino. «Gli sono corso dietro per alcune centinaia di metri fino a via Bellini e lì li ho acciuffati». I due ladruncoli reagiscono a calci, pugni, parolacce, minacce. «Ma io non mi faccio certo intimidire - racconta lo sceriffo buono Mohamed -: li ho tenuti bloccati fino a quando non è arrivata la polizia, che è stata come al solito bravissima e molto veloce a rispondere alla chiamata d’allarme che aveva lanciato su mia richiesta un altro custode della via». Detto, Fatto. I due ladri finiscono in manette. Si tratta di un ragazzo di 20 anni originario della Serbia, L.T., e di una giovane di appena 16 anni: entrambi arrivano da un campo nomadi di Rho. Il maschio viene arrestato per tentato furto aggravato, la ragazza - vista la minore età - se la cava con una denuncia a piede libero. Ad entrambi vengono sequestrati alcuni attrezzi da scasso dagli agenti del Commissariato di Polizia di Monza. Tranne un cacciavite, che avevano gettato nel giardino del palazzo di via Rovani. «L’ho trovato io il mattino dopo» racconta soddisfatto Mimmo: lo terrà di ricordo, come tanti altri corpi del reato che ha accumulato in quasi vent’anni di «carriera».

dario.crippa@ilgiorno.net