MARCO GALVANI
Cronaca

Sulle tracce della storia La Corona ferrea il Parco e la Villa Reale L’eredità di Napoleone

Monza aderisce alla Federazione di Comuni e istituzioni legati al generale francese. L’assessore Abbà: "Un valore aggiunto all’attrattività culturale del nostro territorio".

Sulle tracce della storia La Corona ferrea il Parco e la Villa Reale L’eredità di Napoleone

di Marco Galvani

In una lettera a Francesco Melzi d’Eril, allora vicepresidente della Repubblica Italiana, Napoleone scrive di non voler abitare a Palazzo Reale a Milano e chiede dove si sarebbe potuto spostare. Melzi gli suggerisce anche la Villa, aggiungendo però che si tratta della dimora messa peggio. La Villa infatti era stata svuotata dal primo arrivo dei francesi, che avevano venduto tutto all’asta, cigni compresi. Dal 1796 la dimora degli Asburgo era vuota e malconcia. Napoleone interviene dando disposizione a Melzi di rimetterla in sesto, tant’è che nel 1802 viene incaricato il Canonica di riarredarla e renderla abitabile. E sarà Napoleone poi a firmare il decreto per la nascita del parco. Lo stesso Napoleone venne a Monza due volte: la prima con la Repubblica, quando pranzò nella grotta del laghetto, la seconda per fare visita ad Amalia, la moglie del figliastro Eugenio di Beauharnais, viceré d’Italia, che all’epoca era incinta. La vita di Napoleone è legata a filo doppio con quella monzese. Con la Villa voluta dagli Asburgo e vissuta dai loro successori, che lui predilige per i suoi soggiorni milanesi.

Con la Corona Ferrea, scelta per incoronarsi Re d’Italia. E con quel Parco nato proprio per suo decreto nei primi anni dell’Ottocento e che ancora oggi è simbolo della Brianza. Un patrimonio storico e culturale che ha spinto il Comune ad aderire alla Federazione europea delle Città Napoleoniche. Una rete - con sede ad Ajaccio, in Corsica, la città dove, raccontava lo stesso Napoleone, " nacqui io, non a letto, ma su un mucchio di tappeti" riferendosi al parto della madre Letizia mentre tornava a casa dalla chiesa - che riunisce tutte città, siti e istituzioni la cui storia è stata segnata dall’influenza di Napoleone Bonaparte, valorizzandone il patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale. Un ente senza scopo di lucro fondato nel 2004 da Charles Bonaparte, discendente diretto del fratello di Napoleone, Jérôme Bonaparte, che oggi riunisce più di 50 città europee, tra cui Parigi, Waterloo, Corfù, Lucca e Mantova. Le principali attività che svolge consistono nel coordinare, animare, gestire e sviluppare “Destinazione Napoleone”, riconosciuto dal 2015 come itinerario culturale del Consiglio d’Europa”, valorizzare il patrimonio di epoca napoleonica e sviluppare attività di promozione attraverso l’organizzazione di mostre, eventi artistici e culturali, viaggi e scambi tra scuole e università.

La Federazione svolge anche lavori di consulenza e studio relativi alle attività in programma e assistenza alla propria rete, collabora con enti pubblici e privati, associazioni culturali, consorzi e cooperative che perseguono scopi e finalità affini o pertinenti e aderisce ad organismi nazionali ed internazionali con finalità analoghe o per il raggiungimento dei propri obiettivi. Alle città associate, nello specifico, offre supporto nel censimento del patrimonio napoleonico, contribuisce alla promozione turistica della città mettendo a disposizione una mappa interattiva online che facilita la visualizzazione del patrimonio. In più, supporta i suoi membri nello sviluppo di un’offerta turistico-culturale sostenibile e di qualità basata sul patrimonio napoleonico, attraverso una segnaletica dedicata, materiale promozionale stampato e un’identità visiva comune garantita dall’utilizzo sistematico del logo “Destination Napoleon”. "L’adesione alla Federazione delle Città Napoleoniche – spiega l’assessore al marketing territoriale Carlo Abbà – non è soltanto un riconoscimento simbolico del legame tra Napoleone Bonaparte e Monza. Si tratta, infatti, di un valore aggiunto all’attrattività turistica della nostra città, che potrà beneficiare di maggiori occasioni di visibilità anche in campo storico e artistico. È, poi, un’ulteriore occasione di creare rete con altre città dalla ricchissima storia, aprendo alla possibilità di scambi e programmi che coinvolgano anche giovani e giovanissimi cittadini".