
Don Oneta: «L’orientamento sessuale del ragazzo non c’entra»
Monza, 1 ottobre 2015 - "Nessuna discriminazione legata all’orientamento sessuale". Prende una posizione netta Don Marco Oneta, parroco di San Biagio a Monza e, in quanto tale, presidente dell’Ente cattolico formazione professionale (Ecfop), travolto dalla polemica dopo che i compagni hanno segnalato ai docenti una foto pubblicata su un social media in cui il giovane era ritratto in un atto sessuale esplicito. "L’immagine ha suscitato scalpore tra gli studenti e ha preso a circolare viralmente - dice il parroco - Il preside della scuola ha chiesto ai genitori del ragazzo un incontro congiunto con i servizi sociali per segnalare l’accaduto e abbassare i toni". Per due giorni, nell’attesa di questo colloquio, per proteggerlo dal clamore, lo studente ha fatto i suoi compiti in una postazione all’interno del Centro, ma fuori dalla classe. Lunedì si è presentato da solo, senza che sia stato possibile ottenere il colloquio con i servizi sociali e la famiglia, ed è stato riammesso in aula. "In tutto questo l’orientamento sessuale del ragazzo non c’entra nulla - sottolinea Don Oneta - tantomeno l’intento era discriminatorio. La nostra scuola, cattolica, in presenza di un fatto grave come questo, intende accompagnare l’alunno per aiutarlo ad essere consapevole nella gestione della comunicazione della propria vita personale ed intima". I ragazzi prendono le difese della scuola: "Ci sono ragazzi stranieri, ragazzi di genere diverso, ma vengono trattati tutti allo stesso modo - spiega una studentessa - Noi siamo di quarta e conosciamo la scuola".
E intanto la polemica si fa politica. Se prima il deputato Pd Alessandro Zan aveva stigmatizzato il trattamento discriminatorio nei confronti del ragazzo, ora il senatore Roberto Formigoni (Ncd) difende la scuola: "È del tutto inaccettabile il vergognoso attacco scatenato contro una scuola cattolica di Monza e il suo preside, colpevoli soltanto di essersi comportati secondo buon senso e rispetto delle persone». Secondo Formigoni e il collega di partito Carlo Amedeo Giovanardi un coro di associazioni e parlamentari hanno deformato la realtà per spingere l’approvazione di un Disegno di legge Cirinnà che vuole legalizzare «la pratica violenta e orribile contro le donne che è l’utero in affitto".