DARIO
Cronaca

Il ritorno di Pea e il rimpianto di un uomo retto

Crippa Oggi al vecchio stadio Brianteo, a vedere i giocatori del Monza contro l’Atalanta in una delle ultime occasioni prima...

Crippa Oggi al vecchio stadio Brianteo, a vedere i giocatori del Monza contro l’Atalanta in una delle ultime occasioni prima...

Crippa Oggi al vecchio stadio Brianteo, a vedere i giocatori del Monza contro l’Atalanta in una delle ultime occasioni prima...

Crippa

Oggi al vecchio stadio Brianteo, a vedere i giocatori del Monza contro l’Atalanta in una delle ultime occasioni prima di retrocedere ufficialmente in Serie B, ci sarà una persona speciale. I giovani probabilmente nemmeno lo riconosceranno, ma chi ha qualche anno in più sulle spalle non potrà che provare un’emozione.

Si tratta di Fulvio Pea da Casalpusterlengo, ha 58 anni, e nel 2015 si ritrovò a vivere la più drammatica stagione della storia (recente) del Monza.

Arrivato in biancorosso come allenatore in ascesa (a livello giovanile aveva vinto con la Sampdoria di Marotta e con l’Inter, a Milano lo aveva fortissimamente voluto nientemeno che José Mourinho), in riva al Lambro si ritrovò in una situazione infernale.

Il presidente anglo-brasiliano Anthony Emery Armstrong, poi rivelatosi un truffatore, lo ingannò con promesse roboanti (ma a Montecarlo dove lo ingaggiò si fece pagare il conto al bar e questo avrebbe dovuto insospettire) e a metà stagione smise di pagare gli stipendi, tanto che a Natale parecchi giocatori se la diedero a gambe. Con il povero Pea costretto ad allenare una squadra raffazzonata di ragazzini e “scappati” di casa raccattati per disperazione ai margini del calcio. Pea seppe però restituire dignità e orgoglio a tutti, valorizzò i ragazzini (tra loro il futuro campione d’Europa Matteo Pessina) e conquistò all’ultima giornata una salvezza miracolosa. Dopo qualche anno, partì per l’estero e negli ultimi anni ha lavorato in Cina, Bulgaria e Albania, dove tuttora è direttore tecnico della Nazionale.

Oggi Fulvio Pea al Brianteo accompagnerà il figlio a vedere la Dea, di cui è tifoso.

Ecco, uno così sarebbe servito come il pane in una squadra senza capo né coda come questo Monza allo sbando.

Pea però si schermisce. Perché qui? "Sono riuscito ad unire la volontà di tutti... tra cui la mia, cioè quella di tornare a Monza, per vedere come il Monza è cresciuto in 10 anni".