DARIO CRIPPA
Cronaca

Diana, la donna che sfida i pusher in stazione

Tutti i giorni da dietro la trincea del suo bar alla stazione ferroviaria

Brumotti in stazione

Monza, 1 maggio 2019 - Diana Serna è ormai un’istuzione per chi frequenta la stazione ferroviaria di Monza. Perché ha almeno tre caratteristiche: è una grandissima lavoratrice, è coraggiosa e si batte per difendere quell’angolo in cui da vent’anni si trova a lavorare. Il Caffè Vecchia Stazione si affaccia a strapiombo sul grande edificio da cui partono i treni. Lei lo tiene aperto, con due colleghe, tutti i giorni dalle 5.30 del mattino alle 22.

E tutti i giorni si trova a combattere contro degrado, malaffare, spaccio di droga. "Il servizio di Striscia la Notizia con Brumotti? Certo che l’ho visto, con me al bar c’erano anche alcuni poliziotti... la situazione è quella e anche peggio".

Al nostro giornale lo aveva già raccontato pochi mesi fa. "E nulla è cambiato: è una vergogna, la stazione è diventata un posto triste e pericoloso". Diana Serna non è certo razzista, nelle sue vene scorre sangue peruviano, ma non ha paura a chiamare le cose col proprio nome: "Qui in stazione ormai è in atto una guerra per lo spaccio. Un tempo era tutto in mano ai nordafricani, ma adesso ci sono anche i ragazzi dell’Africa Nera. E scoppiano le risse. Un paio di settimane fa sono stata costretta a barricarmi e a chiedere aiuto perché un gruppo di nordafricani stava picchiando davanti al mio bar un ragazzo africano a bottigliate: una scena paurosa". La concorrenza fra pusher è spietata. "Proprio così... Li vedo spacciare a tutte le ore del giorno e della sera. A volte si siedono ai tavolini davanti al bar a contrattare sul prezzo. Arrivano nuvoloni di marijuana". Vittime anche gli stessi spacciatori: "A volte si vedono anche i loro fornitori, e spesso sono italiani". Il problema sono i clienti, quelli non mancano mai. "Basta venire qui al sabato pomeriggio e si vedono tantissimi ragazzini italiani, ben vestiti, puliti: vengono qui a comprarsi la canna. Quando vedo ragazzine al tavolino avvicinate dai pusher esco dal bar e vado a rimproverarli. E a mettere in guardia le ragazze".

Non è facile. "L’altra sera uno dei pusher è entrato nel bar a minacciarmi: “Fai la brava, tu devi trattarci bene!”. Diana paura non ne ha. "Lo dico sempre ai miei clienti: dobbiamo riappropriarci dei nostri spazi, quelli della gente onesta e che lavora, non bisogna chiudere le saracinesche presto alla sera per paura anche se sarebbe più facile. Specialmente, appunto, alla sera quando escono i disperati e cominciano a entrare nel bar per chiederti spiccioli... Anzi, presto ho intenzione di organizzare degli aperitivi alla sera per gente per bene qui nel nostro locale, sarebbe un bel segnale".