
L’esterno del tribunale di Monza, dove è arrivato il processo per stalking
"Non vivo più, lui vuole che io me ne vada da casa mia, perché è lui che comanda e mi perseguita con continui dispetti provocandomi ansia e attacchi di panico tali che non riesco ad andare a lavorare e in casa vivo chiusa dentro". Per una cinquantenne di Seregno, D.P., che lavora come dipendente alla Provincia di Monza e Brianza, lo stalker ha le sembianze del vicino di casa, che ora è imputato di atti persecutori in un processo al Tribunale di Monza.
L’uomo, Tiziano Polato, 64enne, attualmente si trova detenuto in carcere, ma per un’altra vicenda. Per mesi avrebbe minacciato e perseguitato una prostituta che lavorava sulla strada a Lurago Marinone nel Comasco, fino a essere denunciato dalla ragazza, che si è rivolta ai carabinieri di Mozzate. Nell’ottobre 2023 il seregnese è quindi finito agli arresti domiciliari con l’accusa di stalking, violenza privata e sfruttamento della prostituzione. Secondo l’accusa Polato aveva conosciuto la ragazza nel 2019 ed era diventato suo cliente, ma nel 2023 avrebbe iniziato a seguirla, perseguitarla, minacciarla, anche con una grossa falce e pretendere da lei dei soldi, ottenendo in alcune occasioni dai 10 ai 30 euro. Ora per il 64enne, che nel frattempo è stato portato dietro le sbarre per l’aggravamento della misura cautelare in quanto avrebbe violato l’obbligo degli arresti domiciliari, è arrivata anche l’accusa di stalking presentata dalla vicina di casa, che si è costituita parte civile e ieri è stata sentita in aula. "È dal 2015 che vivo nell’appartamento al piano terreno di mia proprietà – ha raccontato – Ma è dall’estate del 2020 che l’imputato, che vive accanto alla mia abitazione, ha iniziato a perseguitarmi. Non mi fa parcheggiare l’auto in cortile buttandosi per terra ma lui ha tre auto e uno scooterone e per tenersi i parcheggi mette delle sedie ad occupare lo spazio. Una volta è entrato veloce nel cortile con lo scooter e, quando mio figlio gli ha detto di andare più piano, è entrato in casa ed è uscito con un coltello per minacciarlo. So anche che gira con una roncola". Tanti sarebbero anche i dispetti. "Mi ha distrutto l’aiuola, mi porta via i vasi e lo stendibiancheria, mi ha spaccato il marciapiede con il martello pneumatico, con cui ha anche fatto un buco nel muro per dare aria alla sua cantina. Nessuno può entrare in cortile perché ha un atteggiamento aggressivo. Ho messo le telecamere ma le copre con le scatole di scarpe". La difesa dell’imputato ha sostenuto che la cinquantenne avrebbe alzato il marciapiede e fatto altre modifiche senza avvertire nessuno. Si torna in aula a maggio.
S.T.