Centro sociale Foa Boccaccio a Monza, l'area va sequestrata? Anche il Riesame dice no

La Procura di Monza chiedeva il sequestro dello spazio occupato. Aperto un fascicolo penale per invasione di terreno e furto di energia elettrica: quattro indagati

Il centro sociale Foa Boccaccio

Il centro sociale Foa Boccaccio

Monza, 19 Dicembre 2022 - Il Tribunale del Riesame di Monza ha bocciato il sequestro dell'area di via Timavo occupata dal centro sociale Foa Boccaccio. A chiedere di mettere i sigilli era stata la Procura di Monza che, dopo l'esposto presentato dai proprietari dell'area, ha aperto un fascicolo penale per invasione di terreno o edificio e anche per furto di energia elettrica per i presunti allacciamenti abusivi, con quattro rappresentanti del Foa Boccaccio iscritti nel registro degli indagati.

La richiesta di sequestro preventivo era già stata negata dal gip monzese con la sostanziale motivazione che non ve ne fossero i presupposti in quanto lo stesso risultato potrebbe essere ottenuto con uno sgombero da parte delle forze dell'ordine come si fa con qualsiasi suolo o edificio abusivamente occupato. Ma la Procura non ha condiviso queste argomentazioni ed era ricorsa al giudizio dei giudici del Riesame monzese, che hanno invece confermato la mancata opportunità di concedere un sequestro preventivo dell'area, trasformata abusivamente da deposito dei bus in centro sociale nel luglio dell'anno scorso.

A lamentarsi i residenti della zona per il viavai di persone non autorizzate nel quartiere e l'organizzazione continua di bivacchi e feste con il propagarsi di musica molto alta fino a tardi, nonchè l'allacciamento abusivo all'energia elettrica, l'utilizzo gratuito di acqua e il mancato pagamento per il ritiro dei rifiuti. Sull'area dove fino a poco meno di una decina di anni c'era un deposito di autobus, un deposito di carta e, ancor prima, un deposito di legname, esiste un piano di riqualificazione avviato dalla proprietà con il Comune di Monza che prevede spazi residenziali, un asilo nido e una vasca ipogeo per contenere l’esondazione del Lambro in una zona soggetta agli allagamenti.