
È giunto il momento di prendere coscienza di un problema che ci tocca da vicino: il cambiamento climatico. Innalzamento delle temperature, fenomeni metereologici estremi, scioglimento dei ghiacciai ed estinzione di alcune specie di animali e piante, sono solo alcune delle conseguenze drammatiche di questo problema. Tutto ciò è dovuto principalmente all’inquinamento che l’uomo produce attraverso le sue molteplici attività.
Di questo argomento si sente tanto parlare attraverso tv, giornali, social network, personaggi famosi ed è stata istituita dall’Onu la “Giornata mondiale della Terra”, che si celebra il 22 aprile di ogni anno, col fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema. Ma non basta. Infatti, in tanti non hanno capito perché il clima continua a peggiorare e solo poche persone si stanno realmente impegnando. Tuttavia, in questo ultimo anno le restrizioni imposte dai governi, per arginare la diffusione del Coronavirus, hanno aiutato l‘ambiente. Grazie alla riduzione delle emissioni di Co2 l’aria è diventata più pulita, il monossido di carbonio è diminuito, la natura si è ripresa i suoi spazi, il buco dell’ozono si è ridotto e la qualità dell’aria è migliorata ma, allo stesso tempo, a causa del Covid sono aumentati anche i rifiuti gettati per strada, costituiti soprattutto da mascherine e guanti. Per qualcuno il compito di proteggere la terra spetta soltanto a scienziati ed esperti. Se da una parte i “grandi” hanno la responsabilità di fare scelte importanti per il futuro, in realtà noi giovani possiamo e dobbiamo contribuire a migliorare la situazione: è arrivato il momento di cambiare le nostre abitudini quotidiane.
Ma cosa possiamo fare concretamente noi ragazzi per salvaguardare l’ambiente?
Innanzitutto, possiamo impegnarci a seguire le regole della raccolta differenziata per aumentare la possibilità di riutilizzare i materiali, basta pensare che le bottigliette di plastica possono essere sostituite da borracce ecologiche!
Probabilmente in molti non sanno che nei mari e negli oceani si sono accumulati ammassi di plastica, talvolta tanto grandi da essere chiamati “isole galleggianti”. Ed è proprio questa la causa della morte di molti animali marini che, scambiando la plastica per delle piccole prede, muoiono dopo averla ingerita.
Dobbiamo anche imparare a diminuire gli sprechi di acqua e di energia elettrica.
È necessario limitare l’uso della carta: la scuola, potrebbe fornire agli studenti dispositivi elettronici per ridurre la stampa di libri e quaderni, in modo da preservare gli alberi che ci forniscono l’ossigeno.
Impariamo a preferire l’utilizzo dei mezzi pubblici o, quando è possibile, a spostarci a piedi o in bicicletta: così facendo anche il nostro benessere fisico aumenterà. In sostanza, è fondamentale mettere in pratica la regola delle "tre R": ridurre, riciclare e riusare.