"Siamo ostaggi" Addio campagna tra asfalto e inquinamento

I timori dei rioni interessati dal futuro cantiere: "I danni li pagheranno le prossime generazioni".

"Siamo ostaggi"  Addio campagna  tra asfalto  e inquinamento

"Siamo ostaggi" Addio campagna tra asfalto e inquinamento

Discutono nel parcheggio con una cartina in mano lungo la strada sinuosa a fondo chiuso che attraversa palazzine e villette, una cartolina della tranquillità di provincia che sarà bruscamente interrotta dal cantiere di Pedemontana. "Non dimentichiamoci che dall’altra parte della via c’è una scuola materna e che bambini e maestre saranno costretti a stare sempre con le finestre chiuse". Pasquale De Martino è uno degli abitanti del rione Ungaretti a Lesmo che protesta contro "un progetto che rovinerà il cuore verde della Brianza". Punta l’indice "sullo smog, sui rumori, sull’inutile consumo di suolo che l’autostrada porterà", Matteo Peri.

"È un’opera insostenibile da tutti i punti di vista – aggiunge –: ambientale, economico, sociale". "Non si può piazzare un’arteria del genere a pochi metri dalle case – rincara Patrizia Soleo – qui, fra l’altro, operai e ruspe saranno al lavoro dalle 6 alle 22. Per non parlare del cemento che trasformerà eventi meteorologici estremi in catastrofi". La verità per Massimo Stucchi è che "noi cittadini siamo ostaggi di questo progetto, il territorio non ha bisogno di autostrade a pagamento, ma di strade per risolvere i nostri problemi di traffico". La gente non si arrende. "Dobbiamo tentare di fermare quest’opera con tutti i mezzi - dice Roberto Sala - la via è stretta, lo sappiamo, ma non possiamo rinunciare. Stiamo valutando il ricorso al Consiglio di Stato. Non scartiamo nessuna ipotesi".

"La nostra viabilità finirà per essere sovraccaricata da chi non utilizzerà Pedemontana per i costi – prevede Valerio Peri –. Un po’ come succede a Carugate, dove escono tutti dalla Tangenziale Est per evitare la gabella del casello di Agrate: 2 euro a ogni passaggio. Andrà così anche qui". "L’assurdo – conclude Samuel Parrillo – è che un intervento come questo dovrebbe essere al servizio dei cittadini e invece qui stiamo lottando per far sentire la nostra voce. Siamo invisibili". Tutti hanno una certezza: "L’operazione avrà conseguenze gravissime per noi e per le future generazioni anche dal punto di vista dei costi: la Corte dei conti dice senza mezzi termini che è un’opera in perdita. L’ansia, ormai, è il sentimento che scandisce le nostre vite".

Bar.Cal.