Monza, il marito picchia la moglie e il nonno tortura il nipotino

Ora, a distanza di 4 anni, è arrivato alla discussione il processo al Tribunale che vede imputati insieme figlio e padre

Sono purtroppo molti i casi in cui i bambini sono vittime di violenze

Sono purtroppo molti i casi in cui i bambini sono vittime di violenze

Monza, 13 giugno 2019 - "E’ stato il nonno a farmi le bruciature con la sigaretta". Lo aveva detto un bambino di 5 anni al medico quando la mamma lo aveva portato per curare quelle crosticine che il piccolo presentava sulle braccia e sulle gambe. Un colpo al cuore per la donna, una 30enne brianzola, che nel luglio 2015 era solo da qualche mese che si era separata dal coniuge, padre dei suoi due figli e già lo aveva denunciato per stalking, lesioni e violenza sessuale. Ora, a distanza di 4 anni, è arrivato alla discussione il processo al Tribunale di Monza che vede imputati insieme figlio e padre.

Il pm monzese Carlo Cinque ha chiesto la condanna a 8 anni di reclusione per l’ex marito ora 40enne e anche 10 mesi di pena per lesioni personali aggravate per il nonno 65enne, residente in Brianzai. Al processo si è costituita parte civile, anche per conto del figlioletto, la mamma del bambino, chiedendo un risarcimento dei danni per entrambi.

I fatti contestati iniziano nell’aprile del 2015, quando la trentenne denuncia di essere vittima di atti persecutori da parte del coniuge da cui aveva deciso di separarsi: sms «molesti, minacciosi e ingiuriosi» come «ti farò passare le pene dell’inferno, non meriti di vivere», nonché foto e video in cui lui si mostra in atteggiamenti a luci rosse. La donna ha raccontato di essere stata anche vittima, sempre ad aprile, di una violenza sessuale da parte dell’ex e, un mese dopo, di essere stata «afferrata per i capelli, buttata a terra facendole battere la testa contro il pavimento e morsa a una spalla». Presunte sevizie a cui, poi, si aggiungono le «bruciature agli arti» al figlioletto «servendosi della brace della sigaretta» di cui è accusato il nonno paterno del bambino. E intervengono i servizi sociali, che prendono in carico i due figli della coppia e vietano per un certo periodo ai nonni paterni di frequentarli.

Gli imputati negano invece tutte le accuse. Sulle bruciature di sigaretta la difesa sostiene che il piccolo ha sempre sofferto di una brutta reazione infiammatoria alle punture di zanzara.

La difesa di parte civile sostiene invece che i medici hanno confermato che quelle lesioni erano causate da una sigaretta e ogni volta che al bambino è stato chiesto durante le indagini come se le fosse procurate, lui ha sempre risposto che era stato il nonno. Anche se una perizia disposta dai giudici sul bambino ha messo in dubbio l’attendibilità del piccolo. Sulle denunciate violenza sessuale e lesioni, l’imputato sostiene che è capitato che la coppia avesse incontri sessuali bollenti anche dopo la separazione. La sentenza dei giudici l’8 luglio.