di Marco Galvani
Ombre sulla gestione delle vasche della diossina, il sindaco Luca Allievi presenta un esposto alla Direzione investigativa antimafia (Dia) di Milano e si dimette. In polemica con Forza Italia e Fratelli d’Italia che sulla questione diossina "li ho avuti contro". Così adesso "sarà il commissario prefettizio a prendere le decisioni importanti sulla gestione delle vasche dove sono stati sigillati i rifiuti contaminati dell’incidente dell’Icmesa del 10 luglio 1976. Sono ormai passati 45 anni da quel sabato pomeriggio e quindi "oggi mi aspetterei che il percolato all’interno delle due vasche sia minimo, invece la quantità ’aspirata’ è ancora di discreta consistenza – spiega il sindaco dimissionario –. Questo cosa significa? Il timore è che la copertura della vasca interrata assorba l’acqua piovana. E se le ’crepe’ sul tetto ci fossero anche sul resto della copertura provocando una fuoriuscita nel terreno? Se l’involucro stesse cedendo?".
Interrogativi a cui il sindaco, al momento, non sa dare risposta. Non sono riusciti a dargliela nemmeno in Regione a cui ha chiesto "documentazione che, però, non hanno. Mi hanno detto che non trovano nemmeno i progetti iniziali delle vasche". Le risposte non possono esserci. Perché la documentazione relativa alle vasche A - B non c’è. Non è mai stata prodotta. Almeno questo ha messo nero su bianco il dirigente dell’Area territorio del Comune di Seveso, l’architetto Matteo Gargarella, rispondendo ai timori di Massimo Carro, figlio dello storico paladino delle vittime della diossina Gaetano e oggi consigliere della lista civica a sostegno del sindaco. Così a maggio è emerso che "non sono state mai richieste al proprietario dell’area (Regione Lombardia) né previste da parte del Comune di Seveso, indagini statiche o verifiche tese ad accertare il comportamento strutturale e la tenuta dell’acqua delle vasche A e B, né sono state effettuate indagini geologiche o geotecniche finalizzate alla verifica della stabilità del fronte dei rifiuti scaricati e della stabilità dell’insieme del terreno di fondazione".
Ad oggi "non è nemmeno possibile misurare quanto percolato c’è dentro alle vasche". E non ci sono nemmeno un documento di gestione operativa delle due vasche né un piano di sorveglianza e controllo o anche solo un documento di pianificazione degli interventi di manutenzione e controllo delle vasche. Così come "è stato ricercato, senza esito, il piano operativo della sicurezza". "Ho appreso anche che l’impianto di depurazione dei percolati non è mai entrato in funzione", mette i puntini il sindaco della Lega. Polemico anche nei confronti della Regione a cui "più volte ho chiesto ultimamente dei sopralluoghi. Li ha eseguiti Ersaf (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste, ndr). L’ultimo il 6 maggio, ma le risposte non ci sono ancora. Anche se mercoledì c’è stata una riunione in Regione proprio sul tema vasche, ma noi non siamo stati invitati".
Se la prende anche con la sua maggioranza che non lo sta sostenendo per firmare la modifica della convenzione che sposta in capo alla Regione la gestione delle vasche affidata dal 2003, con rinnovi biennali, al Comune di Seveso. L’hanno firmata Regione, Ersaf e Comune di Meda. "Entro l’1 agosto dovremmo farlo anche noi, ma non ci sono le condizioni – denuncia Allievi –. A questo punto mi dimetto, così ci penserà il commissario a prendere le decisioni importanti per la salute dei cittadini". Nel frattempo muoverà i primi passi anche l’inchiesta di cui si occuperà, trattandosi di reati di tipo ambientali, la Direzione investigativa antimafia di Milano. Mentre sul fronte amministrativo, "tra 20 giorni le dimissioni diventano irrevocabili, il presidente della Repubblica scioglie il Comune e nomina un commissario. Penso che si potrebbe andare a votare già in autunno. E io sono pronto a ricandidarmi".