"Sequestro del Boccaccio? No, basta lo sgombero"

Il Riesame respinge il ricorso della Procura per liberare l’area di via Timavo occupata abusivamente dal centro sociale contro cui si è mobilitato il quartiere

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di Stefania Totaro

Bocciato anche dal Tribunale del Riesame di Monza il sequestro dell’area di via Timavo occupata dal Foa Boccaccio. A chiedere di mettere i sigilli era stata la Procura di Monza che, dopo l’esposto presentato dai proprietari dell’area, ha aperto un fascicolo penale per invasione di terreno o edificio e anche per furto di energia elettrica per i presunti allacciamenti abusivi, con quattro rappresentanti del Foa Boccaccio iscritti nel registro degli indagati. La gip Silvia Pansini aveva già risposto picche alla richiesta di sequestro preventivo presentata dal pm Alessandro Pepè sostenendo sostanzialmente che non ve ne fossero i presupposti in quanto lo stesso risultato potrebbe essere ottenuto con uno sgombero da parte delle forze dell’ordine come si fa con qualsiasi suolo o edificio abusivamente occupato. Ma la Procura non ha condiviso queste argomentazioni ed era ricorsa al giudizio dei giudici del Riesame monzese, che hanno invece confermato la mancata opportunità di concedere un sequestro preventivo dell’area, trasformata abusivamente da deposito dei bus in centro sociale. Lo sgombero è stato più volte chiesto dai residenti della zona, che lamentano il viavai di persone non autorizzate nel quartiere e l’organizzazione continua di bivacchi e feste con musica alta fino a tardi per via dei concerti e degli eventi organizzati al civico 12.

Una petizione con un centinaio di firme è stata già inviata a sindaco, prefetto e questore dagli abitanti di via Timavo e della zona adiacente, puntando il dito sul fatto che, a fronte di eventi a pagamento per sostentarsi, gli occupanti abusivi utilizzano la corrente elettrica senza pagarla perché, dopo che la proprietà dello spazio occupato l’ha staccata, devono essersi allacciati da qualche altra parte; che non pagano neanche l’acqua, lasciata a disposizione dai proprietari per evitare il rischio di carenze igieniche nell’area e il Comune ritira anche la spazzatura senza che il servizio venga tassato, come invece succede a tutto il resto della popolazione. Una situazione che va avanti da un anno e mezzo, da quando cioè, prima dell’estate dell’anno scorso, il Foa Boccaccio è stato sgomberato dall’area di via Rosmini lungamente occupata in precedenza. Oltre alle lamentele per la qualità di vita dei residenti, sull’area dove fino a poco meno di una decina di anni c’era un deposito di autobus, un deposito di carta e, ancor prima, un deposito di legname, esiste un piano di riqualificazione con la precedente Giunta Allevi. Il progetto già presentato al settore urbanistica del Comune di Monza prevede spazi residenziali, un asilo nido e una vasca ipogeo per contenere l’esondazione del Lambro in una zona soggetta agli allagamenti.