Luca Attanasio, il ricordo: "È diventato un eroe inseguendo i propri sogni"

A due anni dall’assalto in Congo, Limbiate ha dedicato una giornata alla memoria dell'ambasciatore. Le parole commoventi dei suoi amici dell’oratorio, l’incontro con gli studenti a teatro e il corteo

Luca Attanasio

Luca Attanasio

di Gabriele Bassani

C’erano seicento ragazzi ieri mattina nel teatro comunale di Limbiate, ad ascoltare le testimonianze di chi ha avuto la fortuna e l’onore di conoscere di persona Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano, di Limbiate, ucciso in un agguato nella Repubblica Democratica del Congo esattamente 2 anni fa, il 22 febbraio 2021.

In quello stesso maledetto giorno morirono anche il carabiniere Vittorio Iacovacci, che era la scorta dell’ambasciatore, e l’autista Mustapha Milambo.

Ieri la città di Limbiate ha reso omaggio ad uno dei suoi figli più illustri, innalzandolo ad esempio per le nuove generazioni. Quando le luci si sono riaccese, dopo la sfilata di testimonianze, ricordi, fotografie e filmati, tutti i seicento ragazzi presenti hanno accompagnato spontaneamente in coro il brano diffuso dall’impianto, “Supereroi“ di Mr. Rain: "Camminerò, a un passo da te, e fermeremo il vento come dentro gli uragani. Supereroi, come io e te, se avrai paura allora stringimi le mani. Perché siamo invincibili vicini e ovunque andrò sarai con me". L’esempio, il sogno, la voglia di fare anche cose apparentemente impossibili, sono state il filo conduttore del ricordo di Luca Attanasio, così come quello della sua intera vita.

Sul palco sfilano gli amici, che portano aneddoti e fanno il ritratto di un giovane scanzonato, trascinatore, sognatore.

I racconti delle giornate in oratorio, luogo particolarmente caro a Luca, dove oggi campeggia un suo ritratto, semplice e bellissimo, firmato dall’amico artista Dario Brevi, con la definizione quantomai appropriata di “Costruttore di pace“.

"Luca non era il primo della classe, quando era alle medie. Non era certo un eroe o un genio. Ma il coraggio era uno dei tanti talenti che aveva. Insieme alla determinazione. Quello che è riuscito a fare è stato grazie alla sua grande determinazione. I sogni si possono realizzare agendo con il cuore. Cercate di imitarlo", raccontavano dal palco, richiamando episodi che certamente aiutano a capire meglio la personalità fuori dal comune del futuro ambasciatore Luca fin da giovane.

"Un giorno lo colpii in testa con una pallina pesante scagliata a distanza", racconta l’amico. "Lui si toccò la testa, alzò lo sguardo, mi scoprì e venne da me con fare minaccioso. Ero convinto che mi avrebbe messo le mani addosso e a ragione. Invece mi disse: “Dì che non l’hai fatto apposta, dai. Perché se non l’hai fatto apposta non è successo niente, altrimenti… hai una bella mira“. Mi lasciò di stucco".

Luca Attanasio ebbe il coraggio di fondare a Limbiate la prima associazione che aiutava gli anziani soli e quello, dopo la laurea, di lasciare la società in cui già lavorava e lo strapagava, per tentare la carriera diplomatica.

Poi ebbe il coraggio di accettare di andare a lavorare come diplomatico in terre difficili e ancora dopo il coraggio di fondare con sua moglie un’associazione che aiuta le persone più fragili ed emarginate.

Ma anche il coraggio di rimanere sempre se stesso, di quello che qui tutti hanno sempre continuato a chiamare Luca, anche quando era ormai diventato l’ambasciatore Attanasio.

Fuori dal teatro, si è dispiegato il corteo a piedi lungo la nuova ciclopedonale che consente di arrivare in pochi minuti in centro, davanti all’ingresso di Villa Medolago che da ieri ha preso ufficialmente il nome di Villa Attanasio.

Ad aprire il corteo, accanto al sindaco Antonio Romeo e al papà di Luca, Salvatore Attanasio, anche il consigliere regionale Pierfrancesco Majorino, che ha definito il giovane ambasciatore ucciso due anni fa in Congo come "punto di riferimento straordinario per come ha interpretato la sua capacità di essere rappresentante delle istituzioni nel mondo, portatore di pace e di cultura della cooperazione dello sviluppo".