
di Marco Galvani
Il rientro in classe, il caos trasporti, le difficoltà della didattica a distanza, le carenze strutturali delle scuole: l’Unione degli studenti di Monza sul piede di guerra "per non rischiare un rientro disastroso come quello di settembre". I 40mila ragazzi dei 58 istituti della provincia organizzati su 70 sedi in 17 comuni, restano in attesa delle decisioni del Governo, ma intanto i loro rappresentanti presentano il conto di un sondaggio a cui hanno risposto 820 studenti del capoluogo e che "offre un ritratto di come non vogliamo che sia il rientro a gennaio, data la confusionaria gestione di settembre", chiarisce Francesco Ghisellini, studente del liceo artistico Nanni Valentini. Il 55% degli studenti monzesi viaggiava su mezzi di trasporto affollati per raggiungere la propria scuola: quindi oggi "abbiamo bisogno di un intervento strutturale che garantisca la salute, finanziando il trasporto pubblico e aumentando in maniera consistente le corse dove necessario – spiega Francesco Racioppi dell’Unione degli studenti e rappresentante del liceo Zucchi -. Il Trasporto pubblico, secondo la Prefettura, provvederà a un rafforzamento fino al 20% del numero dei mezzi a disposizione della Provincia. Ma basterà per eliminare le difficoltà e garantire la sicurezza di circa 40mila studenti nel raggiungimento delle proprie scuole?". Un rientro che è "assolutamente importante".
Perché l’85% degli studenti è convinto che la Didattica a distanza è meno formativa di quella in presenza: "Dobbiamo smetterla di considerarla strutturale e iniziare a trattarla come misura esclusivamente emergenziale", sottolinea Andrea Scicutella dell’Unione studentesca. Inefficacia della ‘DaD’ che ha colpito soprattutto le attività di laboratorio "garantite soltanto al 22,8% degli studenti – denuncia Eleonora Porcu -. Risulta gravissimo specialmente se si pensa che l’attività laboratoriale è centrale in alcuni percorsi di studio. Il danno alla qualità didattica è, e sarà, evidente in istituti come quelli tecnici, professionali, artistici, musicali e sportivi". Parentesi "accettabile", invece, sulle condizioni degli edifici scolastici, "ma cosa vuol dire accettabile in una delle città più ricche d’Italia, dove i problemi di edilizia scolastica continuano ad essere presenti oltre alla nota situazione strutturale del Liceo artistico in Villa Reale? - la preoccupazione di Sara Zoe Pontillo -. Se molte scuole ci sembrano accettabili noi vogliamo di più: sono necessari dei reali finanziamenti per garantire la sicurezza della didattica in presenza e procurare gli spazi adeguati".