La Scuola di agraria di Monza arruolata da Greenpeace per salvare il pianeta

Analisi del riciclaggio della plastica: aumentano le quantità riutilizzate ma meno di quanto aumenti l'uso di plastica. Risultato: l'inquinamento da plastica cresce ancora

Volontari di Greenpeace

Volontari di Greenpeace

Monza, 7 luglio 2018 - Gli esperti  della scuola di Agraria di Monza scrivono un importante rapporto sull’inquinamento dei mari per conto di Greenpeace. L’associazione ha chiesto aiuto ai monzesi per uno studio sulla gestione degli imballaggi e sull’impatto che gli scarti hanno sull’ambiente. Triste il risultato emerso dalla relazione dei professionisti brianzoli: «Riciclare plastica non salverà le acque del pianeta». Il documento dal titolo «Plastica: il riciclo non basta. Produzione, immissione al consumo e riciclo della plastica in Italia» evidenzia il fallimento del sistema di riutilizzo. "Nonostante in Italia il tasso di riciclo degli imballaggi sia cresciuto negli ultimi anni - si legge nel documento -, passando dal 38 per cento del 2014 al 43 per cento del 2017, non siamo riusciti a bilanciare l’aumento del consumo di plastica monouso. La quantità di materiale non riutilizzato è rimasta sostanzialmente invariata dal 2014 (1,292 milioni di tonnellate) al 2017 (1,284 milioni di tonnellate) vanificando gli sforzi e gli investimenti per migliorare e rendere più efficiente il sistema del riciclo".

A confermare  gli studi della scuola ci sono anche i dati diffusi da Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica. Secondo l’ente nel 2017 solo poco più di 4 contenitori su 10 sono stati effettivamente riciclati, la restante parte è stata bruciata negli inceneritori o in discarica oppure è stata dispersa nell’ambiente.

"Nonostante sia possibile prevedere un incremento del riciclo nei prossimi anni - sostiene Enzo Favoino, il ricercatore dell’istituto monzese che ha lavorato alla redazione del rapporto è improbabile che si riesca a colmare la differenza tra prodotti consumati e riciclati. La misura principale da mettere in campo per affrontare il problema è la drastica riduzione del ricorso alla plastica e la riprogettazione degli imballaggi». Meglio insomma mettere in primo piano la possibilità di riutilizzare piuttosto che riciclare. Non rimangono con le mani in mano i membri di Greenpeace. Dopo aver  commissionato alla scuola lo studio, gli ambientalisti hanno voluto chiedere aiuto al mondo intero pubblicando una petizione sul loro sito web. Il documento si chiama «no-plastica» e ha già raccolto oltre un milione di firme. Lo scopo della campagna è quello di ottenere una promessa dalle grandi aziende multinazionali: ridurre drasticamente l’utilizzo di contenitori e imballaggi in plastica monouso.