
Dalla prima ondata di pandemia non hanno ancora ripreso le attività in presenza i gruppi scout di Monza, ma noia e demotivazione la fanno da padrone fra gli adolescenti.
I capi si sentono con i ragazzi via chat, cercando di colmare il vuoto di relazioni. "Da un mini sondaggio - racconta Matteo Nova, capogruppo Monza 4 - abbiamo rilevato che i sentimenti più ricorrenti tra gli adolescenti sono una grande noia di fondo, perché la didattica a distanza diventa noiosa, faticosa e quindi demotivante. A spezzare la tradizionale fatica della scuola non ci sono più le attività pomeridiane di sport e aggregazione. Certo, la nostra è una visione parziale e ogni ragazzo ha la sua risposta, ma dai nostri contatti vediamo che questa situazione di privazione sempre più stretta tende a gettare un’ombra cupa di pessimismo e disagio tra i ragazzi". Mentre a marzo si avverava il sogno segreto di ogni studente, cioè che la scuola si interrompesse bruscamente, adesso i ragazzi hanno la sensazione di una privazione che andrà avanti per molto. Anche negli oratori ritornano le modalità di incontro a distanza. Lo sa bene don Andrea Nocera, responsabile Gruppo Giovani di Cristo Re, Cederna e Sant’Ambrogio (Comunità pastorale San Francesco): "I genitori sono molto spaventati da questa pandemia - racconta - e preferiscono non fare uscire i ragazzi, alcuni neanche per il catechismo". In queste ore si chiarirà anche il destino degli ultimi turni di comunioni e cresime, in calendario per domenica 8: "Vedremo cosa decide il presidente Fontana e a seguire la Diocesi", dice don Andrea. Fra i ragazzi impazzano i giochi elettronici via social, ma mancano gli sport pomeridiani, il calcio per i maschi e la danza per le ragazze. "Non tocchi un pallone se non sei di Serie A", dicono i ragazzi. Ciononostante sono ancora lontani dall’utilizzo dei social per seguire la politica, intesa anche come movimenti di giovani e professionisti che protestano per la chiusura di attività artistiche e sportive dilettantistiche.
I social vengono utilizzati per comunicare nella piccola realtà conosciuta. "Anche i ragazzi di quarta e quinta superiore - dice don Andrea - si dilettano volentieri con giochi di società online, serie Tv e Netflix. In fondo, nel lockdown stanno bene e si organizzano a modo loro, creando una realtà surrogata".
C.B.