"La piscina fantasma e il buco di Villa Sottocasa" (nella foto), l’opposizione affonda il bilancio e boccia la giunta progressista su tutta la linea alla vigilia del duello in aula sulla manovra. "Nessun giudizio sulle persone", spiega Giovanni Sala (Uniti per Vimercate), leader della minoranza, "ma un’analisi senza sconti al giro di boa di metà mandato".
Un traguardo importante che il centrodestra "guarda con preoccupazione", "per la rincorsa dei fondi del Pnrr che avrebbero dovuto restituire le vasche ai nuotatori con un progetto faraonico da 20 milioni, dopo uno stop che va avanti dal 2018, passato a uno più modesto in cui ci guadagnava solo il privato. E ora, terza opzione sul tappeto, il restyling divorerà l’intero avanzo di 5 milioni e in più sarà necessario accendere un mutuo da 6". Troppo anche per chi aveva raccolto "l’invito al dialogo lanciato dal giovane sindaco Francesco Cereda all’indomani dell’insediamento, rimasto però sulla carta", ribadiscono anche gli altri capigruppo, Matteo Trassini (Lega) e Massimiliano Pispisa (Fratelli d’Italia). A farli scendere in campo è l’altro grosso nodo da risolvere "per l’avvenire della comunità", Villa Sottocasa, e il Must. L’altolà arriva a pochi giorni dall’ultimo annuncio "di un nuovo progetto di rilancio", "ma la verità è che a fronte di una spesa di 1 milione in tre anni, il Museo negli stessi 36 mesi ha incassato 60mila euro". Nessun tabù sulla possibile vendita del complesso settecentesco, "o quanto meno della sua esternalizzazione", chiarisce Sala per tutti. Le risorse recuperate dovrebbero essere investire per contrastare "quel senso di trascuratezza che è sotto gli occhi di tuti. Ci sono strade, marciapiedi e verde da sistemare".
"Il bilancio ci consegna una città immobile, senza un disegno futuro. Non recuperiamo il ruolo che abbiamo avuto in passato nel territorio", l’ennesima stoccata. "Vimercate ha una dimensione pari a quella di Monza al netto del Parco – sottolineano i capigruppo – eppure da anni è inchiodata a 26mila abitanti. È ora di mettere in campo gli strumenti che ci permettano di arrivare a 35mila residenti. Una taglia che garantirebbe indubbi vantaggi, a cominciare dall’incremento dei trasferimenti statali". E poi ci sono le infrastrutture. "Pedemontana, essenziale per lo sviluppo, è sbagliato saltare sulle barricate, meglio sedersi al tavolo per ridurre l’impatto" e il prolungamento del metrò declassato a metrotranvia "altra opera che aspettiamo da decenni".