
di Cristina Bertolini
Sciopero di 4 ore previsto per venerdì 9 ottobre, nel settore agroalimentare, annunciato dai sindacati confederali, oltre al blocco di straordinari e flessibilità, per ottenere il rinnovo del contratto. Lo rende noto Stefano Bosisio, neosegretario generale della Federazione agroalimentare e ambientale Cisl Monza Brianza Lecco che ha sostituito Enzo Mesagna.
Gli oltre 15mila addetti del comparto dell’industria alimentare distribuiti nelle province di Monza e Lecco che hanno lavorato regolarmente nel periodo più duro e tormentato dell’emergenza sanitaria, attendono il rinnovo del contratto nazionale di categoria con la speranza che i sacrifici sostenuti nei mesi scorsi vengano in qualche maniera considerati.
"Le lavoratrici e i lavoratori del settore agroalimentare non hanno fatto mancare il loro apporto al processo produttivo contribuendo al mantenimento della pace sociale. Cosa sarebbe successo se sugli scaffali dei supermercati la gente non avesse trovato i generi alimentari? Eppure, nonostante tutto, il rinnovo contrattuale al momento non è per tutti". Per ora solo le associazioni Unionfood, Assobirra e Ancit hanno siglato il rinnovo, mancano all’appello tutte le associazioni guidate da Federalimentare.
"Durante il lockdown – precisa Bosisio – sul nostro territorio abbiamo avuto due facce di una stessa medaglia: da un lato ci sono state le aziende legate alla ristorazione, come per esempio le realtà del beveraggio, la rifilatura delle carni dei macelli e le pasticcerie industriali, che sono state fortemente penalizzate, per cui è stato necessario ricorrere alla cassa integrazione. Poi esistevano quelle imprese che realizzano prodotti per la grande distribuzione. Per fare fronte a una massiccia richiesta, alcune imprese hanno chiesto turni in straordinario, sabati e domeniche lavorative". I lavoratori hanno dimostrato grande disponibilità e responsabilità. Ma questo incremento delle produzione non si è tradotto in un aumento stabile dell’occupazione.
"Per quanto riguarda l’aspetto economicoretributivo - aggiunge il responsabile Fai Cisl - alcune realtà virtuose hanno raddoppiato il bonus governativo, altre addirittura hanno riconosciuto un aumento del 25% della paga lorda oraria. Altre ancora non hanno riconosciuto niente, limitandosi a versare quanto dovuto contrattualmente. Dal punto di vista occupazionale il covid-19 ha ulteriormente penalizzato la possibile stabilizzazione dei contratti a tempo determinato, data l’incertezza in cui versano le aziende. Per questo, ritengo che ora dobbiamo impegnarci per far sì che la ripresa generale si concretizzi il prima possibile, a partire dal mantenimento di un contratto unico per tutti i lavoratori dell’industria agroalimentare".