STEFANIA TOTARO
Cronaca

Protesi inutili e lesioni al ginocchio: la scure della prescrizione sullo scandalo

Il tribunale prova a dare respiro alle parte civili contestando l'aggravante dei danni come conseguenza del reato di corruzione. Resta in piedi, invece, il filone in cui è coinvolto anche il luminare Claudio Manzini

Il dibattimento si aprirà a maggio

Il dibattimento si aprirà a maggio

Monza - Per le presunte lesioni personali gravi ai pazienti delle protesi al ginocchio scattano le prime prescrizioni, che rischiano di susseguirsi nel corso del processo, visto che le udienze sono state fissate anche a fine anno. Ma la Procura dà respiro alle parti civili contestando l’aggravante delle lesioni come conseguenza del reato di corruzione che sposta in avanti i termini - da 8 a 12 anni - del colpo di spugna. Intanto però bisognerà attendere maggio per vedere l’apertura del dibattimento davanti al Tribunale di Monza nei confronti dei chirurghi ortopedici Marco Valadè e Fabio Bestetti, che vede come responsabile civile il Policlinico di Monza dove erano in servizio i due medici.

Su 91 interventi chirurgici per la protesi al ginocchio ritenuti sospetti, soltanto 22 pazienti si sono costituiti parti civili, ma già per una mezza dozzina di loro i fatti risalgono tra il 2014 e il 2015 e il reato rischia di venire cancellato dalla prescrizione. Marco Valadè e Fabio Bestetti hanno patteggiato per corruzione pene tra i 3 anni e 4 mesi e i 2 anni e 8 mesi, concordate con la pm della Procura di Monza Manuela Massenz, insieme al responsabile commerciale in Italia dell’azienda francese delle protesi Ceraver, Denis Panico e alla stessa società per il primo filone dell’inchiesta, per cui restano ancora alla sbarra (ma per corruzione per atti non contrari ai doveri di ufficio) il chirurgo ortopedico Claudio Manzini, luminare nei traumi al ginocchio, in servizio agli Istituti clinici Zucchi, tre dirigenti francesi della Ceraver e il responsabile commerciale Lombardia Marco Camnasio.

Secondo le indagini della Finanza Panico e Camnasio, con il placet dei tre dirigenti francesi, sarebbero stati i promotori e organizzatori dell’associazione per reclutare medici disposti a scegliere le loro protesi, offrendo in cambio denaro e altre utilità. Valadè e Bestetti si sarebbero attivati per utilizzare le protesi e cercare medici di base disponibili a reclutare pazienti. Per l’accusa di lesioni personali gravi a Marco Valadè sono stati contestati 76 interventi sospetti tra il 2014 e il 2017, a Fabio Bestetti 15 casi tra il 2014 e il 2015. Tre le parti civili al processo nei confronti di Bestetti e 19 verso Valadè. Dal canto loro i medici imputati sostengono di avere agito solo per il bene dei pazienti, tanto che alcuni di loro sono rimasti a farsi curare anche dopo lo scoppio dello scandalo.