Sant’Albino, un quartiere dimenticato. Sono spariti i negozi, manca uno sportello bancario, manca un ufficio postale, non c’è una vera biblioteca vera. Resta solo la parrocchia. Per raggiungere il centro di Monza e l’ospedale senza auto bisogna prendere due autobus. La domenica poi, quando c’è solo un bus “circolare“ in tutta la città, non si arriva proprio da nessuna parte.
“Per questo – spiegano i cittadini del Comitato di quartiere – ci battiamo da anni per avere una biblioteca, un centro anziani, un centro di aggregazione giovanile. Per ora i nostri appelli sono caduti nel vuoto. Le varie Amministrazioni sembrano non interessate a questa “periferia della periferia“”. E Sant’Albino si avvia ad essere sempre più un quartiere dormitorio. Sulla viabilità si insiste sullo sbocco di via Velleia (zona industriale) e su via Adda, tenendo anche conto che in viale Sicilia è prevista la creazione di una rotonda per facilitare l’uscita dalla zona industriale. Traffico pesante aggiuntivo garantito su via Adda, una strada che passa in mezzo al quartiere.
“Su questo – anticipa il Comitato di quartiere – ci metteremo di traverso. Unica apertura del Comune, dall’ultimo colloquio con l’assessore al Governo del territorio Marco Lamperti, la possibilità di limitare l’uscita dei camion con svolta a sinistra verso Malcantone”. E pensare che un tempo Sant’Albino era un paese con molti negozi in cui la gente si incontrava. Ci si ritrovava in parrocchia, luogo di aggregazione, di attività culturali con compagnia teatrale, cinecircolo, coro. C’era perfino una squadra di basket composta da ragazzi del paese che in non molti anni sfiorò l’approdo in Serie A. La Parrocchia ovviamente, come vari altri istituti (società sportive, corpo musicale, scuola media consortile) erano in comune con il rione di San Damiano. Un quartiere molto più ricco di servizi cui accedevano anche i santalbinesi (posta, banca, cooperativa di consumo). Tra l’altro una parte di Sant’Albino dipende ancora amministrativamente da Brugherio.
Tutto ciò spiega i forti legami fra i due quartieri che avrebbero tutto l’interesse a rinsaldare i propri rapporti anche per avere più forza verso le loro rispettive Amministrazioni. C’era anche un circolo cattolico per incontrarsi e giocare a carte. I laici di Sant’Albino (socialisti e comunisti) avevano un loro circolo (“Al circul di compagni“) altrettanto ricco di attività sociali (oggi è il Sant’Albino caffè, un esercizio commerciale). I due circoli, pur così diversi per ispirazione, erano nati agli inizi del 1900 con una forte vocazione sociale. Pian piano questo tessuto di esercizi commerciali e di agenzie e relazioni sociali è andato sgretolandosi.