CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

San Rocco, addio Bronx Il vecchio rione degli operai tra casermoni e criminali "Ma ora è tutta un’altra vita"

Negli anni Settanta era una periferia difficile, le case popolari erano il confino di mafiosi. Poi lo spaccio e l’immigrazione straniera, fino alla rinascita. Anche con un tesoretto di 15 milioni.

San Rocco, addio Bronx Il vecchio rione degli operai tra casermoni e criminali "Ma ora è tutta un’altra vita"

di Cristina Bertolini

San Rocco, periferia sud di Monza. Un quartiere con più anime, figlie dell’immigrazione prima dal Sud Italia poi dal resto del mondo. Un rione con un passato difficile, di integrazione e spaccio. "San Rocco ha una sua definizione geografica che in parte lo stacca dal resto della città. La ferrovia, il Lambro e la tangenziale tracciano i confini di un quartiere che quasi potrebbe essere una città a sé", la fotografia di Fabio Clarotto, presidente della Consulta di quartiere. Dove prima era tutta campagna negli anni sono spuntati palazzoni e strade, ma si è lottato anche per difendere gli spazi verdi tra biblioteca e spazi di aggregazione che rendono viva la comunità. Gli anni Settanta ormai sono un lontano ricordo. Gli anni di San Rocco addidato come il Bronx di Monza. Quando la malavita dettava i ritmi del quartiere e lo spaccio era alla luce del sole.

"Le case popolari erano state il confino per personaggi mafiosi – ricorda Clarotto –, ma tutto questo è superato. Le case popolari ci sono ancora, sono ben abitate e il quartiere è ben servito con scuole, il centro civico e una bellissima biblioteca. Ma aspettiamo il mega progetto di riqualificazione". C’è sempre la convivenza difficile con il depuratore e le puzze che, a cicli, continuano a tormentare il quartiere. Ma ormai la gente si è rassegnata. E pensa al futuro. E al progetto “San Rocco, una comunità che educa al futuro“: ci sono 14 milioni e 800mila euro (finanziati dai fondi europei) a disposizione. Il Comune ha avuto accesso a tali risorse a seguito di una manifestazione d’interesse del 2021. Dopo un iter complesso, a dicembre la convenzione con Regione Lombardia ha permesso di accedere ai fondi. Perciò si stanno realizzando interventi di edilizia su 4 dei 5 edifici dell’istituto comprensivo Koiné (scuola dell’infanzia, elementari e medie).

Le azioni prevedono il coinvolgimento della popolazione per la progettazione degli spazi dentro e attorno alle scuole. La Consulta per sua vocazione, come spiega il presidente, si è sempre presa cura degli aspetti educativi. Il maxi progetto finanziato dall’Europa prevede 9 azioni ciascuna con proprio budget, da qui al 2027. Il pacchetto maggiore di azioni riguarda gli interventi di riqualificazione edilizia con efficientamento energetico delle 4 scuole elementari del quartiere: per la primaria Nazario Sauro sono previste opere per 1,9 milioni di euro, per la Zara il progetto prevede lavori per 2,7 milioni, per la scuola Omero altri 2 milioni e per la Pertini ulteriori 2,7 milioni, a cui si aggiungono per tutti i plessi scolastici altri 427mila euro per piantumazioni di alberi e cura degli spazi verdi. Intanto, lo scorso settembre, appena insediata la Giunta anche la Consulta di San Rocco ha presentato la lista della spesa agli assessori Giada Turato (Ambiente, energia e mobilità), Viviana Guidetti (Biblioteche, sport e manutenzione impianti sportivi) e Andreina Fumagalli (Partecipazione), fra strade da asfaltare, marciapiedi distrutti da rifare, la necessità di una nuova palestra o comunque uno spazio per tutti gli sport e in particolare per dare fiato all’attività di Astro Roller Skating, la società più numerosa del quartiere.

La precedente Giunta, con il progetto “Le città nella città“ aveva chiesto alle Consulte di mettere a fuoco i bisogni da finanziare con gli oneri di urbanizzazione e di compensazione alle costruzioni dei privati. "Avevamo chiesto la messa a norma dei due sottopassi pedonali via D’Annunzio-Fiume e via Sant’Alessandro-via Mogadiscio, come anche quello di via Fossati – continua Clarotto –: non sono a norma per disabili e carrozzine, quindi almeno uno va sistemato". Il presidente si augura che venga chiarita la definizione di Consulta, modificando il regolamento che impedisce a oratori, comitati, parrocchie e soprattutto scuole di partecipare come enti e non solo come persone fisiche. La scuola, come istituzione è coinvolta nelle iniziative di quartiere. Fra le richieste della Consulta una riguarda le feste di quartiere: "All’assessora Fumagalli abbiamo chiesto di intervenire sia per lo snellimento degli adempimenti burocratici sia con una robusta copertura assicurativa, per tutelare gli organizzatori, la cooperativa Meta e il centro animazione La Bussola".