Lo chef Claudio Sadler
Il diminutivo non inganni. Perché è vero, un “Circolino” fa pensare alle informali osterie brianzole dove un tempo si celebrava la sacra liturgia della convivialità, tra un bicchiere di vino sfuso, un piattino di salumi e qualche disquisizione strampalata tra politica e pettegolezzo. Bisognerà decisamente aggiornare lessico e semantica.
Perché quello che sta gradualmente aprendo i battenti in via Anita Garibaldi 4, a lato del Tribunale monzese, ha ben altra veste ed è piuttosto ispirato ai ben più illuminati “Circoli culturalI” dei primi ’900: un locale full-day tra cafè, lounge-bar, bistrot e ristorante gastronomico che promette qualità e sorprese dall’alba a tarda sera e che punta ad intercettare un pubblico esigente ma anche una clientela giovane che del resto frequenta già abbondantemente questa porzione di città.
Per la gioia dei tre imprenditori – Mario Colombo, Stefano Colombo e Federico Grosso – che l’hanno pensato, intuendo che Monza avesse bisogno di un indirizzo ambizioso e promettente. E per quella di Claudio Sadler, chef meticoloso e cartesiano, che a Milano è un faro dell’alta ristorazione, capace com’è di esaltare il buono delle materie prime ma anche di fare emergere nei piatti sorprendenti abbinamenti cromatici, virtù che gli hanno valso a ripetizione la stella Michelin e che spiegano anche la sua visibilità internazionale (tra il 1996 e il 2008, due suoi ristoranti a Tokyo e a Pechino). Una novità in buona parte già apprezzabile, specie tra colazioni, brunch e aperitivi, con la ragguardevole drink-list firmata da Filippo Sisti.
Per l’offerta più gourmet bisognerà pazientare ancora qualche giorno. Anche se la promessa è esplicita: cucina di livello, versione “glocal”, per apprezzare il buono del territorio e il tocco internazionale. Tra decori anni ’20 e ’30. E l’affaccio romantico sul vicino Lambro.