
"Scontri frequenti e ripetuti" con tutti gli altri membri della Giunta e con i tecnici del Comune, che mettevano a rischio il lavoro dell’Amministrazione.
Questa la colpa dell’ex vicesindaco Ruggero Sala secondo la sindaca Laura Borella, che il 30 dicembre lo ha estromesso dalla Giunta di centrodestra, affidando il suo ruolo al collega di partito Giovanni Camarda, già titolare delle deleghe a sport e politiche giovanili. Lo dice la stessa Borella, che risponde così alle pesanti critiche mosse da Sala nell’incontro pubblico autoconvocato dell’altra sera, nel quale l’ex assessore in quota Fratelli d’Italia ha spiegato le sue ragioni e attaccato duramente la decisione di tagliarlo fuori dalla Giunta. Proprio i toni utilizzati dall’ex vicesindaco dimostrerebbero, a detta di Borella, il suo "essere sempre stato un uomo dell’opposizione", di fatto un problema. Che ora però la sindaca vuole lasciarsi alle spalle. "Finalmente Ruggero Sala è uscito allo scoperto – punta il dito Borella –. Seppure seduto tra i banchi della maggioranza, l’ex vicesindaco è sempre stato un uomo dell’opposizione, più impegnato a difendere le scelte delle precedenti Amministrazioni comunali che a lavorare in modo costruttivo per realizzare il nostro programma elettorale. Lo ha fatto anche giovedì sera, alla presenza degli ex sindaci Concetta Monguzzi, Fabio Meroni e Ambrogio Fossati (tutti oggi schierati all’opposizione, ndr)". Quanto alle ragioni specifiche che hanno condotto al siluramento, a sorpresa, del recordman di preferenze di Fratelli d’Italia, la sindaca sottolinea come "i motivi che hanno portato alla revoca delle deleghe a Sala siano dovuti ai frequenti e ripetuti scontri che l’ex vicesindaco ha avuto con tutti gli altri assessori e con la struttura tecnica dell’ente e che hanno rischiato di compromettere la serena prosecuzione del mandato".
"La mia priorità – conclude Borella – è tutelare l’interesse della comunità lissonese, il resto sono solo chiacchiere". Ora la discussione e le polemiche si sposteranno in consiglio comunale: difficile che nelle sedute di mercoledì e giovedì le opposizioni non sollevino la questione di quanto avvenuto all’interno della maggioranza.
Fabio Luongo