Rudy Casati, il designer dei fiori "Il mio Festival di Sanremo? Un garofano"

Il maestro della giuria che sceglie i bouquet per cantanti e ospiti

Rudy Casati è un floral design di fama internazionale

Rudy Casati è un floral design di fama internazionale

Carate Brianza (Monza) -  L’atmosfera romantica degli anni in cui il palco era inondato di fiori si è un po’ ’appassita’, ma Sanremo è sempre Sanremo. Anche se i fiori veri sono ormai solo quelli dei bouquet regalati agli ospiti e ai cantanti in gara e tutto il resto viene proiettato sugli schermi a led. Però "quei fiori non profumano e non li puoi toccare". Le parole di Rudy Casati nascondono un velo di “nostalgia canaglia“. Eppure "quest’anno chi si occuperà dei bouquet è veramente bravo". Floral designer di fama internazionale, docente alla Fondazione Minoprio (una delle più importanti scuole florovivaistiche d’Italia) e anche in Cina ("anche se adesso la situazione è bloccata"), anche quest’anno era nella giuria tecnica del concorso “Bouquet Festival di Sanremo“ che seleziona la squadra di fioristi che preparano gli omaggi floreali sfoggiati sul palco nelle cinque serate di gara.

«Un paio di volte l’ho fatto anche io, ma è un grandissimo stress – racconta Casati –. L’anno scorso i colleghi dovevano preparare un’ottantina di bouquet al giorno. E vanno fatti tutti all’ultimo momento, non sono mica fiori finti che puoi preparare una settimana prima e poi spolverare quando devi salire sul palco". Uno stress che solo la passione è in grado di ripagare. Del resto quella di Rudy Casati è un amore che scorre nelle vene da sempre. Una questione genetica. Perché "siamo alla quarta generazione – sottolinea con orgoglio –: mio nonno curava gli addobbi per La Scala di Milano, raccontano che fosse persino amico del grande Arturo Toscanini. Dopo la guerra ci toccò ricominciare da zero, ma ce l’abbiamo fatta. Oggi con i miei fratelli Rossella, Lia e Alfredo continuiamo a lavorare fianco a fianco nel nostro vivaio di Carate". Rudy è il più “zingaro“ (omaggio sanremese alla canzone che vinse il Festival nel ’69) della famiglia. Oggi sarà in volo verso una delle più importanti fiere del settore in Germania dopo essere "appena tornato proprio da Sanremo. Collabora con Maria Chiara, la figlia di Gaetano Castelli, lo storico scenografo del Festival.

«Non è facile – continua Casati –. Bisogna scegliere i colori giusti, che siano visibili dalla televisione. E poi il segreto è la semplicità. Un tempo si facevano composizioni tecnicamente complesse, ricercate, anche se poi un telespettatore non si accorge di nulla". Quest’anno il tema delle creazioni era il Festival anni Sessanta e quello di oggi: "Uno stile ricercato, anche perché i fiori a disposizione sono quelli legati alla tipica produzione di Sanremo, come papaveri, ranuncoli, mimose, ginestre e calendule". Senza dimenticare, ovviamente, i garofani. Ecco, "se il Festival di Sanremo fosse un fiore, sarebbe certamente un garofano. Perché la Riviera era famosa proprio per i garofani, quando ancora il “treno dei fiori” attraversava tutta l’Europa, portando le specie sanremesi a Vienna e poi più su ad Amburgo, Copenaghen, Budapest fino a San Pietroburgo. E la produzione profumava di storia.