VERONICA TODARO
Cronaca

Robin Hood nel Bosco delle Querce. Le frecce speciali degli Arcieri: "Il nostro bersaglio è l’inclusione"

Il gruppo sportivo propone corsi per atleti in carrozzina, ragazzi autistici e con la sindrome di Down "Allenamenti e gare alla pari e senza barriere, l’impegno è riuscire a garantire la normalità per tutti".

Robin Hood nel Bosco delle Querce. Le frecce speciali degli Arcieri: "Il nostro bersaglio è l’inclusione"

Robin Hood nel Bosco delle Querce. Le frecce speciali degli Arcieri: "Il nostro bersaglio è l’inclusione"

Seveso (Monza e Brianza) – Sette anni da protagonisti, non solo sui campi di gara, ma nella vita di tutti i giorni portando avanti diversi progetti legati al mondo dei diversamente abili. E la società di Seveso, Arcieri Bosco delle Querce, l’inclusività l’ha sempre ricercata. Grazie all’impegno del suo presidente Graziano Giaccheri e dei tecnici, la società propone corsi per persone in carrozzina e per chi ha subìto un’amputazione, che possono allenarsi e gareggiare con i normodotati sulla stessa linea di tiro. Ma anche lezioni per persone con la sindrome di Down o per i ragazzi autistici.

L’idea di intraprendere questo cammino proviene da uno dei soci, che insieme a Giaccheri ha creato un progetto in collaborazione con un centro per persone autistiche e affette dalla sindrome di Asperger. "Spazi dove il benessere del corsista viene messo al primo posto – spiega Giaccheri – dove si cerca l’inclusione rispettando le caratteristiche di ognuno, dove si tenta di far immergere nel mondo dello sport anche chi, di solito, da quel mondo viene scartato a priori". Per poter portare avanti questi progetti la società ha avuto la piena collaborazione del Comune di Seveso, della sindaca Alessia Borroni e dei vari assessori. Grazie alla possibilità di poter utilizzare la palestra della scuola “Don Aurelio Giussani“, dotata di ascensore, e il nuovo campo situato in via Ortles, l’Asd Arcieri Bosco delle Querce può continuare a perseguire i suoi obiettivi, accogliendo sempre più persone possibili, bambini e adulti, con il sogno di diffondere in tutta la comunità il grande valore dell’inclusività. Ma quale attinenza hanno un arco e una persona con una disabilità?

"In realtà moltissima – prosegue Giaccheri –. Il tiro con l’arco è una delle discipline più inclusive esistenti nel mondo sportivo, dando la possibilità alle persone con disabilità fisiche e intellettivo-relazionali di poter praticare sport a tutti i livelli, fino ad arrivare alle Paralimpiadi. Un ramo di legno viene curvato a forza e trattenuto da una corda. Cede ad essa tutta la sua energia, si adatta, riduce la sua resistenza per permettere alla freccia di partire e colpire il bersaglio. Se pensiamo a come è nato un arco troviamo un forte collegamento con l’adattarsi. Ed è risaputo che una persona con disabilità è obbligata dalla vita a rivedere il suo modo di affrontarla e a cercare un sistema di adattamento".