Resa dei conti sulla Bames "Il patron non c’entra nulla"

Il legale dell’imprenditore Bartolini rimanda a Cda e consigli sindacali la gestione delle società .

Resa dei conti sulla Bames   "Il patron non c’entra nulla"

Resa dei conti sulla Bames "Il patron non c’entra nulla"

"Vittorio Romano Bartolini, imprenditore di grande esperienza, è stato certamente l’interlocutore iniziale per il progetto di reindustrializzazione del polo tecnologico di Vimercate, è lui che si è interfacciato con le banche e con i partner, ma non gestiva materialmente le società, per questo esistevano i consigli di amministrazione e i collegi sindacali". Secondo la consulente della difesa, il patron ora 84enne della Bartolini nulla c’entra con il fallimento e la distrazione dei beni della Bames, ex Ibm poi Celestica, fiore all’occhiello della Silicon Valley brianzola e finita invece per chiudere i battenti nel 2013 lasciando a casa 850 lavoratori. Invece è a processo per concorso in bancarotta fraudolenta insieme al presidente di Celestica Luca Bertazzini, a tre professionisti membri del collegio sindacale e anche l’israeliano Cats Oozi come ex amministratore di Telit Italia. Sotto accusa un contratto di lease back e un finanziamento con cui Bames ha ottenuto circa 87 milioni di euro. Denaro che, in base alle ricostruzioni della Guardia di Finanza è servito per acquistare partecipazioni in altre società e per finanziare altre aziende del Gruppo, mentre Cats Oozi è imputato di avere dissipato 16 milioni di euro ai danni della Bames a favore di Telit Communication.

"Il polo di Vimercate non era più competitivo e riconvertirlo per salvare il posto ai lavoratori era un progetto rischioso, ma aveva la sua valenza perché i dipendenti hanno potuto proseguire l’attività per altri 5 anni – ha spiegato in aula la consulente –. Però i vari movimenti finanziari sono serviti solo a salvare il salvabile, le società sono fallite tutte e non emergono situazioni di sprechi o distrazioni di beni. Le cause dell’insuccesso sono state la crisi del settore, il mancato accordo con i sindacati per ridurre il costo del lavoro e i partner che hanno fatto un passo indietro". Il pm Alessandro Pepè ha fatto notare che però "molti finanziamenti sono passati senza delibera del consiglio di amministrazione e senza comunicazione al collegio sindacale e ha fatto acquistare da Bames altre società del Gruppo spesso già in perdita e senza garanzie".

Stefania Totaro