STEFANIA TOTARO
Cronaca

Resa dei conti sugli appalti corrotti. La Procura chiede altre 7 condanne

Pene fino a 5 anni e 4 mesi per le presunte mazzette a funzionari dei Comuni anche di Desio e Biassono

Resa dei conti sugli appalti corrotti. La Procura chiede altre 7 condanne

Resa dei conti sugli appalti corrotti. La Procura chiede altre 7 condanne

Sette richieste di condanna da 5 anni e 4 mesi a un anno di reclusione con il rito abbreviato, che si aggiungono alle 7 richieste di patteggiamento fino alla pena di 4 anni. È il bilancio dell’udienza preliminare in corso davanti alla gup del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti che vede complessivamente 14 imputati per l’inchiesta sui presunti lavori pubblici in Brianza ottenuti grazie a pubblici ufficiali corrotti con mazzette, regali e buoni benzina che vede al centro l’imprenditore di Giussano Francesco Tallarita (nela foto). Quest’ultimo vuole uscire di scena con una pena concordata di 4 anni, mentre ieri i pm della Procura di Monza Carlo Cinque e Giovanni Marco Santini hanno presentato il conto dei processi abbreviati, che prevedono uno ‘sconto’ di pena in caso di condanna.

La richiesta più alta è per Angela Galbiati, architetta a capo dell’ufficio Lavori pubblici del Comune di Pessano con Bornago accusata di corruzione e turbativa d’asta in concorso perché, secondo l’accusa, avrebbe pilotato le gare per lo sgombero di neve e ghiaccio, per la manutenzione del verde e per la realizzazione della nuova oasi sul Molgora. Progetti andati in porto fra il 2020 e il 2021 per un valore complessivo di 227mila euro. Tre anni e quattro mesi di reclusione sono stati chiesti per la moglie di Tallarita. Due anni e otto mesi per il capo settore Gestione del Territorio del Comune di Biassono (fino a luglio 2020) Maurizio Cazzaniga. Due anni e due mesi ciascuno per Enrico Rivolta e Massimo Sangiorgio, professionisti esterni incaricati dal Comune di Biassono per progettazione e direzione lavori accusati per una presunta perizia fittizia. Un anno e quattro mesi è la richiesta di condanna per Francesco Bonasera, dipendente dell’ufficio tecnico del Comune di Desio e infine quella a un anno per il funzionario del Comune di Pessano con Bornago Carlo Ambrogio Oggionni. Gli Enti si sono costituiti parti civili al processo perché, invece, con i patteggiamenti sono destinati a non vedere il pagamento di nemmeno un euro se non il via libera per una causa civile di risarcimento dei danni all’immagine. Finora solo la Provincia di Monza e Brianza ha ritirato la costituzione di parte civile dopo un accordo sul risarcimento dei danni concluso con Tallarita e altri due imputati accusati. Per il Comune di Desio ieri è stato chiesto un risarcimento dei danni di 10mila euro.

Gli imputati negano le accuse contestate nell’indagine della Guardia di Finanza di Seregno che nel 2022 portò agli arresti domiciliari 5 persone tra cui Tallarita e anche altri funzionari di Comuni brianzoli e della Provincia di Monza e Brianza. Alla firma della conclusione delle indagini i pm monzesi hanno aggiunto altre imputazioni per Tallarita, tra cui una di istigazione alla corruzione per avere provato a corrompere pochi giorni prima del Natale 2019 anche il responsabile del servizio gestione del verde del Comune di Monza con una confezione regalo contenente una bottiglia di vino e mille euro in contanti, subito rispedita al mittente. La sentenza a gennaio.