
Il Renate affronta la Giana a Meda con due risultati su tre per avanzare nei playoff. Foschi punta a migliorare la prestazione.
Con la Giana, domani sera alle 20, servirà fare di più per passare il turno. La cornice sarà la stessa, si gioca a Meda e con due risultati su tre a disposizione: ma si sa, sbagliare è umano, perseverare diabolico, anche nel calcio. Estremizziamo perché il Renate non ha sbagliato del tutto la partita contro l’Arzignano. Non l’ha giocata bene, ha vissuto di rendita. Ma farne un’altra così, la seconda di fila in tre giorni, contro una squadra più forte dell’Arzignano, che arriva da una stagione robusta con tanto di finale di Coppa Italia persa con il Rimini e da una vittoria (1-0 contro la Virtus Verona), potrebbe essere rischioso. E diabolico.
"Non l’avevo preparata così, per stare lì a non prenderle. Gli avversari non hanno permesso di fare quello che volevamo", spiega in sala stampa Luciano Foschi che parla di pressione, di preoccupazione e di aspettative. Se c’è un posto in serie C dove la pressione è poca (351 spettatori domenica in tribuna, di cui 50 dal Veneto e qualcuno che se n’è tornato a casa visto che eccezionalmente, causa sagra, l’ingresso per tutti era quello “Ospiti” da via Vignazzola, ma in pochi lo sapevano…) e le aspettative, quest’anno, sono andate ben oltre quello che serve è proprio Renate. Foschi corregge: "Attenzione perché la pressione mica la mettono solo i tifosi o i giornali. La pressione ce l’hai addosso perché se fai 60 punti in campionato, poi arrivi ai playoff e devi dimostrare di valerli. E vincere ancora. Probabilmente qualche giocatore ha sentito un po’ la tensione e non ha reso come al solito".
Il giudizio è comunque positivo "perché siamo stati bravi a condurla in porto. I playoff sono questi. Alla fine è stata la partita che mi aspettavo venisse fuori, tanti ragazzi non sono abituati a certe partite". Per evitare guai peggiori mister Foschi è dovuto intervenire in corso d’opera trasformando il suo Renate in un 3-5-2. "Ma questo è il mio compito. Quando la prestazione di tanti singoli non è all’altezza cerco di aiutare la squadra come posso. Se l’allenatore si rende conto che le cose non vanno come dovrebbero deve intervenire, e così ho fatto…".