
di Dario Crippa
Un ragazzo di Calabria. "Sono nato e cresciuto al quartiere Catena, a una quindicina di chilometri dal centro di Reggio. Tutti i ragazzi che giocano a pallone lì hanno un sogno: arrivare alla squadra della propria città".
Lei ci è riuscito.
"Giocavo nella Scuola Calcio di Catena, ci ero andato con mio cugino, finché a un torneo mi videro i dirigenti della Reggina".
Era fatta?
"Non proprio, a un certo punto volevano tagliarmi, pensavano non fossi pronto ma poi…".
Poi?
"Due ragazzi della Reggina non riuscirono ad andare a un torneo, e mi richiamarono per riempire il buco...".
E?
"Fui il miglior giocatore di quel torneo, vincemmo. Ci vuole anche un po’ di fortuna".
Il meglio doveva venire.
"Dalle giovanili fummo aggregati in 4 alla prima squadra. L’allenatore era Mazzarri. E ci ritrovammo a far parte del gruppo che conquistò la salvezza nell’anno della penalizzazione da 11 punti… Da brividi, come vincere uno scudetto".
Giocò anche alla Samp…
"L’anno più brutto della mia carriera dal punto di vista calcistico, ma mi trovai a fare scelte importanti, diventai uomo".
Cioè?
"Eravamo ultimi e io non giocavo. E quando mi si offrì l’opportunità di tornare a casa, nella mia Reggio, anche se in B, non ebbi dubbi".
Torniamo alle origini.
"Mio padre ha un negozio di ortofrutta, mia mamma è direttrice delle Poste. E ho 2 fratelli".
La passione per il calcio?
"Da mio papà: faceva il portiere, era arrivato sino in C: da piccolo mi portava lui al campo di allenamento. Era il mio modello, ho iniziato da portiere pure io"
Quanto conta il calcio?
"È la mia vita. Mi ha formato, mi ha insegnato a essere uomo. Ricordo ancora l’esordio in serie A con la Fiorentina, a 16 anni".
Ventisei aprile 2019...
"Reggina-Juve, 2-2, primo gol in A… a Buffon. Meraviglioso".
A Parma ha conquistato la A.
"Mi ricorda i ragazzi che ho trovato al Monza. Fu difficile, all’inizio, avevamo cambiato molti giocatori, ma alla fine fu una cavalcata magnifica".
Fuori dal campo?
"La famiglia. Tutta la settimana penso al calcio, ma appena ho un minuto libero sto con i figli: Giuseppe, 5 anni, lo porto già a giocare a calcio, anche se dovrà scegliere lui cosa fare. E con Rachele, un anno e 2 mesi, vado al parco giochi. Mia moglie Sabina (Amato, ndr) ha aperto un negozio di scarpe e un bar a Reggio".
Dura cambiare latitudini?
"Abbiamo trovato casa in centro a Monza e una scuola per i bambini. La famiglia è tutto, appena riesco do una mano in casa. Cucinare no, al massimo so fare due uova, ma per tutto il resto mi arrangio…".
Andrà a conoscere Monza?
"Siamo andati a fare qualche passeggiata in centro, bellissimo".