MARCO GALVANI
Cronaca

Reggia di Monza, il “regista” del rilancio: "Poco tempo e personale. Ma per Parco e Villa Reale vedo un futuro da film "

Il nuovo direttore del Consorzio, Bartolomeo Corsini, tra problemi in eredità e prospettive: "La priorità? Riaprire al più presto il Teatrino di Corte: è un polo culturale che va valorizzato"

Bartolomeo Corsini

Bartolomeo Corsini

Marco Galvani

MONZA

È arrivato con le scarpe da ginnastica, "le scarpe adatte per girare nel Parco". Nella tasca della giacca, un quadernetto "per annotarmi tutto quello che non va e le idee che mi vengono guardandomi attorno". Perché "se vogliamo essere la reggia di Monza non possiamo avere nei bagni dei dispenser del sapone in plastica e per giunta rotti". Bartolomeo Corsini, 61 anni, è il nuovo direttore del Consorzio Villa Reale e Parco. Sta prendendo le misure pensando a quello che lo aspetta. Cita il filosofo Giambattista Vico consapevole che “ogni processo di conoscenza è un processo traumatico“, anche se in senso buono. Ha già studiato le consegne del suo predecessore, Giuseppe Distefano, perché "non ci possiamo permettere di perdere tempo, siamo direttori a tempo, tre anni di mandato non sono niente e la Villa, in questo momento, è troppo grande e troppo vuota". Per questo prende appunti. E "la prima cosa da fare è rafforzare l’identità del luogo. Qui ci sono tanti proprietari, sembra un condominio, ma dobbiamo tutti fare in modo che i visitatori capiscano che questo è un luogo di tutti. E che prima di toccare il Parco bisogna persarci bene". Ma oltre alle idde servono anche i numeri. Oggi il Consorzio ha una dozzina di persone, invece "ci serve una truppa, bisogna aumentare il personale e, se necessario, ci appoggeremo al ministero della Cultura".

E poi "non dimentichiamoci che questo è un luogo straordinario e unico anche grazie alla presenza, dentro i confini del Parco, dell’autodromo che ospita il Gran premio di Formula 1, il Golf, il tennis club, una piscina oltre a ville e cascine. Ecco – la prospettiva di Corsini –, dobbiamo armonizzare tutto quello che abbiamo, partendo dal Masterplan che, certamente ci dà una lettura interessante". Con una premessa rigorosa: "Non riempiamoci di cose da fare, che poi diventano scuse per non fare nulla. Pochi obiettivi, ma da realizzare". Il primo? "Il Teatrino dev’essere rimesso in funzione il prima possibile – l’impegno del direttore –. è un piccolo polo culturale da rilanciare e mi piacerebbe poter avere un curatore che si occupasse di quello". Mentre "la Villa e il Parco potrebbero ospitare set per documentari, serie tivù, spot pubblicitari e film".

Del resto Corsini, oltre a essere presidente della Fondazione Guelpa di Ivrea, è consigliere d’amministrazione della FilmCommission Torino Piemonte, manager culturale, docente universitario, imprenditore e fondatore della sede Lombardia e della sede Sicilia della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia: "Abbiamo un luogo perfetto per il cinema, ma ovviamente non dobbiamo assalirlo. Certo è che serve, in quel caso, trovare un luogo di appoggio per le troupe. Di questo se ne può parlare con la Film commission Lombardia". E poi "perché l’ex centro di controllo Rai disegnato da Gio Ponti è chiuso e abbandonato? Ripensiamolo, magari mettendoci un museo". Proposte, per ora. Ma Corsini sta già riempiendo il suo quadernetto. E l’agenda per incontrare tutte le realtà del territorio con l’obiettivo di dare un nuovo senso e un nuovo valore al gioiello di Monza, chiarendo che "la Villa non dev’essere vista come una fiera campionaria dove oggi ci metti il food e domani i bulloni" e che "il Parco è l’Amazzonia della Brianza in mezzo al cemento". Promemoria per se stesso, ma soprattutto per il territorio. Villa Reale e Parco "sono un bene di tutti. Crediamoci di più e dimostriamolo. A cominciare dalle bandiere sul tetto. Perché c’è solo quella dell’Italia? Questo è un bene che merita anche le bandiere dell’Europa e della Lombardia".