L’oratorio estivo apre le porte solo ai preadolescenti e agli adolescenti che hanno frequentato costantemente il catechismo. Don Simone Sanvito non ha trovato alternative: il taglio sugli spazi e sul personale richiesti dai piani dell’emergenza Covid ha imposto di ripensare le attività estive dei giovani villasantesi. Da qui la scelta di destinarle a coloro che prima del lockdown partecipavano assiduamente alle iniziative dell’oratorio, percorsi di catechesi compresi.
L’anno scorso all’oratorio feriale c’erano circa 280 ragazzi delle scuole medie; quest’anno l’oratorio aprirà solo per 50 studenti delle medie e per 30 delle superiori. "Non è stato facile decidere i criteri di organizzazione dell’oratorio estivo - spiega don Simone -. Abbiamo deciso di organizzare dei momenti di incontro nel corso della settimana per permettere a quei ragazzi che già in passato vivevano l’oratorio di tornare ad abitarlo". L’oratorio si svolgerà dal 29 giugno al 24 luglio, tre giorni alla settimana (lunedì, mercoledì e venerdì) proponendo attività artistiche, compiti e studio assistito, incontri e nel pomeriggio giochi e merenda. Un dettagliato programma con regole precise da rispettare quello che dovranno sottoscrivere i genitori e i ragazzi che si iscriveranno: momenti di preghiera durante la giornata; in oratorio non c’è spazio per violenza, maleducazione e discriminazione; tutti i ragazzi sono tenuti a giocare ed eventuali problemi relativi alle attività ludiche devono essere preventivamente comunicati dai genitori; se un ragazzo danneggia materiale messo a disposizione dall’oratorio le famiglie devono risarcire; in oratorio si va con un abbigliamento consono al gioco e all’ambiente.
Un preciso vademecum che, se si vuole frequentare l’oratorio estivo, bisogna abbracciare. Ma dopo un giorno dalla divulgazione dell’iniziativa sono pochi i ragazzi di Villasanta che hanno deciso di partecipare all’oratorio feriale. "Per adesso abbiamo ricevuto poche adesioni. Purtroppo, passeggiando anche per il Parco, noto che di ragazzi ce ne sono in giro pochi. Il lockdown li ha accomodati davanti a un pc, rompendo quelle relazioni sociali che sono fondamentali".
B.Ap.