"Quel video è scioccante I ragazzi sono vuoti dentro"

La prefetta di Monza. Patrizia Palmisani. e l’emergenza giovani

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di Alessandro Crisafulli

"Questi ragazzi hanno un vuoto dentro che noi dobbiamo cercare di riempire di contenuti. Non possiamo più accettare che vivano come in un videogame, dove ti giochi la vita, poi muori, poi ricominci come se nulla fosse...". La prefetta di Monza Patrizia Palmisani (nella foto) ha subito messo in moto quanto di sua competenza per accelerare un percorso che possa portare ad arginare il disagio giovanile, che troppo spesso si manifesta nel fenomeno delle baby gang o in aggressioni drammatiche, come quella di mercoledì alla stazione di Seregno. Venerdì ha tenuto un incontro con il sindaco di Seregno Alberto Rossi e le Forze di polizia con l’obiettivo di approfondire l’episodio.

Quali sono state le direttive?

"Nel rilevare la straordinaria gravità dell’accaduto, abbiamo ritenuto opportuno dare alle Forze di polizia la direttiva di attuare un’immediata intensificazione dei servizi di controllo e vigilanza dei principali scali ferroviari della provincia, in una prospettiva di prevenzione. A fronte del coinvolgimento di soggetti minori, ci siamo poi impegnati a dare nuovo impulso alle attività del Tavolo per il contrasto del disagio giovanile avviato lo scorso ottobre".

Qual è stata la sua reazione dopo aver osservato le immagini? E cosa più l’ha colpita?

"Un vero e proprio choc. Una azione repentina, inaspettata, con conseguenze che fanno orrore. La cosa più sconvolgente, a mio giudizio, è proprio la mancata consapevolezza delle possibili conseguenze del gesto in un luogo come quello, a pochi metri dai binari. Oltre al disvalore dell’azione, perché non si alzano mai le mani, la non comprensione dei possibili rischi correlati lascia senza parole. È veramente incomprensibile".

Inquadrerebbe quanto accaduto in un contesto di baby gang?

"Non proprio. Le baby gang sono gruppi ampi che commettono azioni pianificate, a volte organizzate. Qui parliamo di due ragazzini, magari di una spedizione punitiva, ma non farei rientrare questo caso specifico in questo ambito. Di certo siamo nel tema, ampio e complesso, del disagio giovanile".

Cosa si sta facendo sul territorio per migliorare la situazione e cosa in più si può fare?

"In Brianza non abbiamo una situazione così grave ed è proprio per questo che dobbiamo accelerare sulla prevenzione, mettendo in campo tutte le azioni possibili e coinvolgendo tutte le istituzioni. Per questo abbiamo allestito il Tavolo in Prefettura. Adesso avvieremo prima possibile i tavoli di lavoro tematici, coinvolgendo il mondo della scuola, del terzo settore, dello sport, le palestre. Affiancando i nostri ragazzi nell’educazione e nel percorso di crescita".

Qual è il ruolo della famiglia? Si sente di dare qualche consiglio ai genitori in difficoltà?

"Il ruolo delle famiglie è chiave, ma è anche vero che non possiamo colpevolizzarle. A volte episodi come questi nascono da adolescenti e giovani che vengono da famiglie disagiate, ma non sempre è così. L’unica cosa che mi sento di consigliare è: se notate delle criticità, dei rischi, chiedete aiuto, senza vergogna. Prima che sia troppo tardi".