DARIO CRIPPA
Cronaca

Quel furto al Castello Il dipinto trafugato mezzo secolo fa e ricomparso sul web

Tutti i tesori ritrovati dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale. Compreso l’autoritratto di Ligabue riconosciuto solo dopo una perizia. grazie a una libellula lasciata come impronta dal pittore di Gualtieri. .

Quel furto al Castello  Il dipinto trafugato  mezzo secolo fa   e ricomparso sul web

Quel furto al Castello Il dipinto trafugato mezzo secolo fa e ricomparso sul web

di Dario Crippa

Un Ligabue riconosciuto da una libellula, un dipinto sparito dal Castello Sforzesco di Milano, croci preziose rubate in sperdute chiese di campagna.

È tempo i bilanci per i carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Monza, che riavvolgono il nastro su un annomdricco di recuperi avventurosi.

Tra gli eventi maggiormente significativi spicca la restituzione, alla Diocesi di Volterra, di un prezioso volume del ‘500 di cui si erano ormai perse le tracce dagli anni ’30 del secolo scorso chiamato “Ovide. Le metamorfosi di Ovidio, ridotte da Giovanni Andrea dell’Anguillara, in ottava rima, Venezia 1583”.

C’è poi quella che è stata definita dagli investigatori come "una saga che dura da 31 anni": è quella del quadro del genio di Antonio Ligabue “Autoritratto con spaventapasseri”. L’opera, risultata rubata nel 1991, era stata riconosciuta dalla proprietaria, nel corso della visita ad una mostra al Forte di Bard (Aosta). Il quadro, realizzato tra il 1957 e il 1958 con la tecnica a olio su faesite, è stato sottoposto a perizia, che ha permesso di evidenziare la presenza di asportazioni della vernice, discontinuità in contrasto con le peculiarità e le caratteristiche dell’artista nonché quella che è stata definita una “impronta” nella parte superiore del dipinto. L’attenzione degli inquirenti e dei consulenti tecnici si è infatti concentrata su un dettaglio: una libellula presente nel dipinto originale rubato e asportata verosimilmente per renderne più difficile il riconoscimento. L’attività d’indagine si è conclusa con la restituzione del dipinto al legittimo proprietario. C’è poi la restituzione del dipinto olio su tela “La Trasfigurazione di Cristo”, porzione di una pala d’altare di grandi dimensioni raffigurante “I quindici misteri della Madonna del Rosario”, alla Diocesi di Albenga–Imperia.

La porzione del dipinto era spuntata tra i beni di un’asta online di una nota casa piemontese. Gli approfondimenti hanno accertato che il dipinto corrispondeva perfettamente a una sezione della pala d’altare trafugata nella notte tra il 27 e il 28 marzo del 1983 dalla chiesa di San Bernardo Abate di Ginestro, piccola frazione di Ginestro Testico, in Umbria. Dove è alla fine stato riportato. Gli specialisti agli ordini del maggiore Claudio Sanzò hanno anche ritrovato un dipinto belga del XVII secolo: intitolato “Due fumatori”, realizzato con la tecnica dell’olio su tavola, e attribuito all’artista belga David Teniers “il giovane” (15 dicembre 1610 - 25 aprile 1690), è tornato invece al Castello Sforzesco di Milano dopo quasi cinquant’anni, dato che era stato trafugato da un deposito esterno delle Raccolte d’arte del Castello nel 1974.

Riapparsa quest’anno su un sito specializzato nella vendita di opere d’arte e oggetti rari, l’opera non è passata inosservata ai conservatori del Castello Sforzesco ed ai carabinieri di Monza.

L’immediata attività investigativa ha permesso infatti di ricostruire parzialmente il percorso fatto nel tempo dal dipinto, partendo da un professionista milanese del settore dell’arte che si è messo subito a disposizione della polizia giudiziaria consegnando l’opera e consentendo di confermare la corrispondenza tra quella rubata nel maggio del 1974 e quella appena individuata.

Ci sono poi i beni culturali ecclesiastici, "eredità di valore inestimabile e testimonianze della fede e dell’identità religiosa delle comunità". I carabinieri del Nucleo Tpc in particolare negli scorsi mesi hanno recuperato e restituito beni ecclesiastici alla Diocesi di Lodi, come una croce d’altare in metallo argentato e dorato, due candelieri in lamina d’argento risalenti al XVIII secolo, due stendardi processionali e un messale stampato della Tipografia poliglotta vaticana, rubati nel 2021 in alcune parrocchie del Lodigiano.