Quando la storia chiude il sipario

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Manzoni, Binario 7 e Villoresi sono i tre teatri attivi oggi. Ma Monza vanta una serie di teatri, in parte ormai scomparsi. Il Teatro Arciducale, costruito alla fine del ‘700 sorgeva sul lato sud della piazza del Mercato (oggi Piazza Trento eTrieste). Fu costruito per volere degli Asburgo su un progetto probabilmente fornito da Giuseppe Piermarini, tanto che era definito “la piccola Scala“. Andato distrutto da un incendio nel 1802, fu poi ripristinato dai francesi e rimase attivo fino agli inizi del XX secolo col nome di Teatro Sociale. Nel 1932 l’edificio cambiò destinazione d’uso e divenne la sede della Casa del Fascio, inaugurata da Mussolini in persona. Oggi ospita l’Agenzia delle Entrate. Anche la Villa Reale aveva il suo Teatrino di corte, progettato nel 1806 dall’architetto luganese Luigi Canonica, allievo prediletto di Piermarini, ricavato dagli spazi delle cucine della reggia. Alla fine dell’Ottocento nell’umile via Cortelonga, esisteva il teatro Politeama Villa Monza, rilevato intorno al 1906 dal commerciante di vini Giovanni Ponti (1870-1949).

La sala andò a fuoco nei primi giorni del luglio 1913 e venne ricostruita nel 1914. Alla riapertura Giovanni Ponti optò per la nuova denominazione di Politeama Monzese, con una platea strutturata a ferro di cavallo, completata da una balconata eretta su esili colonnine. La famiglia Ponti abbandona la gestione della sala nel 1928. Nel 1930 i nuovi esercenti rendono omaggio al precedente proprietario rinominando la sala Teatro Ponti. Fin dall’autunno 1930 la sala fu attrezzata per il sonoro. Fu rinominato Cinema Teodolinda, ora chiuso. Avevano un teatro anche il Complesso degli Artigianelli, la Parrocchia di San Carlo e quella di Triante che lo usa ancora per concerti e spettacoli per bambini.

C.B.