Crippa
Umberto Eco avvertiva – un po’ divertito – che "quando uno tira in ballo i Templari, è quasi sempre un matto". Ironia a parte, aveva destato una certa curiosità la notizia che la Cappella Reale di Monza sarebbe stata riaperta al pubblico a oltre trent’anni dalla sua chiusura. Anche perché a garantire il nuovo servizio, meritevole, prendendosi in carico la custodia dell’edificio storico, sarebbero stati i “mitici” cavalieri Templari, con le loro abbaglianti vesti bianche e la croce rossa sul petto. Qualche settimana dopo però il sindaco di Monza, Paolo Pilotto, sospende l’incarico che pure lui stesso, in qualità di presidente di Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, aveva dato su proposta del presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Federico Romani.
Motivazioni ufficiali? Poco chiare, si parla di autorizzazioni e addirittura di un veto della Curia di Milano.
Riflessione. L’ordine cavalleresco dei Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonis (Poveri Commilitoni di Cristo e del Tempio di Salomone) sorto nel 1119, dopo la Prima Crociata, per difendere i pellegrini cristiani diretti in Terra Santa, in realtà non esiste più. Papa Clemente V lo sospese nel 1312, dopo una serie di arresti che ne decapitarono i vertici, accusati di ogni nefandezza (idolatria, atti osceni, etc), ma in realtà colpevoli soprattutto di aver accumulato potere e denaro che facevano gola al sovrano di Francia Filippo il Bello. Da allora sono sorte decine di associazioni che hanno provato a proporsi come gli eredi dei Templari, ammantati da leggende pseudo storiche e rivelazioni un po’ inverosimili tanto che nessuno è stato mai riconosciuto né dalla Chiesa cattolica e neppure dallo Stato italiano. L’ultimo Gran maestro dell’Ordine templare risulta tuttora morto sul rogo nel 1314. Il resto è leggenda, come la suggestione che i Templari avrebbero trovato il Santo Graal o l’Arca dell’Alleanza. Roba da Indiana Jones, insomma...