SONIA RONCONI
Cronaca

Flash mob degli infermieri: "Non dimenticate i nostri sacrifici"

Appuntamento mercoledì sotto il Pirellone per rivendicare i diritti dei camici bianchi Il sindacato NurSind: "Occasione per ricordare i 40 operatori morti a causa del coronavirus"

infermieri

Monza, 8 giugno 2020 - «Non dimenticate il nostro sacrificio" è il titolo del flash mob organizzato dagli infermieri sotto il Pirellone. Appuntamento a Milano mercoledì. Una protesta pacifica firmata da NurSind, sigla sindacale che raccoglie circa 1.500 iscritti solo in provincia di Monza e Brianza: l’occasione per ribadire alcune rivendicazioni da anni portate sui banchi della politica e rimaste inascoltate ma anche per ricordare i 40 operatori morti in Italia a causa del Covid-19. Iniziative simili sono già avvenute con successo in Piemonte, Marche e Toscana. Il NurSind è il più grande sindacato degli infermieri; in Lombardia oltre 7mila gli iscritti che lavorano nella sanità pubblica, privata e nelle RSA, anche queste ultime duramente provate dal Coronavirus, si sicuro quelle con meno protezione.

Durante il flash mob verranno ricordati i 40 infermieri deceduti in Italia a causa del Coronavirus, e le migliaia di professionisti che adesso devono affrontare i danni psicologici subiti durante la pandemia. Vittime, a loro volta, di malattie professionali che in piazza verranno ricordate con adeguati cartelloni. «Sono molteplici le motivazioni alla base della protesta- spiega Donato Cosi, coordinatore regionale NurSind Lombardia -. In primis la mancata convocazione del nostro sindacato da parte della Regione alla suddivisione dei premi economici per il Covid-19".

L’iniziativa pacifica sarà inoltre l’occasione per riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e della Regione richieste sulla riorganizzazione del lavoro avanzate ben prima dell’emergenza sanitaria. «In realtà è da tempo che combattiamo contro il cosiddetto minutaggio assistenziale -prosegue Cosi -. Una modalità di lavoro introdotta dalla Regione che calcola in modo obsoleto, anacronistico e pericoloso il fabbisogno infermieristico all’interno degli ospedali: prevede l’organizzazione del lavoro e il personale in corsia in base a quei 120 minuti che nell’arco delle 24 ore devono essere destinati all’assistenza del singolo paziente. Un calcolo ormai superato e ben al di sotto del reale bisogno del malato che, rispetto al passato, presenta una serie di patologie maggiori e più complesse che necessitano un numero maggiore di forze in campo".

«Per riscattare la nostra professione dal giogo dei potenti è necessario un impegno politico e sindacale quotidiano - conclude Cosi -. Invito le colleghe e i colleghi a far confluire le loro energie nei giusti canali istituzionali e ufficialmente riconosciute. Il resto è fuffa. Adesso che l’emergenza sanitaria è rientrata dopo che per mesi siamo stati osannati come eroi, non vogliamo ritornare nel dimenticatoio, non vogliamo ritornare ad essere invisibili".