Protesi ortopediche: verso 4 patteggiamenti

È quanto emerge dall’udienza preliminare sulle 9 richieste di rinvio a giudizio per corruzione presentate dalla Procura sul caso Ceraver

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di Stefania Totaro

Potrebbero salire a 4 le ipotesi di patteggiamento per la presunta corruzione sulle protesi ortopediche. È quanto emerge dall’udienza preliminare che si è tenuta l’altro giorno davanti alla giudice del Tribunale di Monza Patrizia Gallucci sulle 9 richieste di rinvio a giudizio firmate dalla pm della Procura di Monza Manuela Massenz, titolare delle indagini della guardia di finanza che avevano portato agli arresti dei chirurghi ortopedici Claudio Manzini, il luminare in servizio agli Istituti clinici Zucchi e di Fabio Bestetti e Marco Valadè, in servizio al Policlinico di Monza, nonché a quello del responsabile commerciale in Italia dell’azienda francese delle protesi ‘Ceraver’, Denis Panico e del venditore per la Lombardia Marco Camnasio. Ai loro nomi si sono poi aggiunti quelli di tre francesi ex amministratore delegato, presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato dal 2016 della Ceraver, della società stessa e quelli di 6 medici di base. A ipotizzare un patteggiamento erano già stati i difensori di Panico e della Ceraver, a cui ora si aggiungerebbero quelli di Bestetti e Valadè (indagati anche per le presunte lesioni causate ai pazienti a causa delle protesi). Si torna in aula il 28 maggio. Le accuse contestate sono a vario titolo quelle di associazione per delinquere e corruzione. Panico e Camnasio, con il placet dei tre dirigenti francesi, sarebbero i promotori e organizzatori dell’associazione per reclutare medici disposti a scegliere le loro protesi, offrendo come corrispettivo denaro e altre utilità. Bestetti e Valadè, secondo l’accusa, si sarebbero attivati per utilizzare le protesi e per contribuire alla ricerca di medici di base disponibili a reclutare pazienti. Bestetti è anche accusato di essersi attivato presso la clinica convenzionata GB Mangioni Hospital di Lecco, dove si era spostato lasciando il Policlinico, anche per promuovere l’utilizzo di protesi ‘Samò’, a loro volta vendute da Camnasio e Panico.

Valadè avrebbe anche sponsorizzato un integratore prodotto da Camnasio. Meno pesante la posizione di Manzini, a sua volta accusato di aver preso parte alla corruzione ma nella fattispecie meno grave di "corruzione nell’esercizio di una funzione" relativamente all’uso delle protesi (che sarebbero state utilizzate soltanto se di reale utilità per il tipo di disturbo ortopedico dei pazienti), mentre di aver agito per "atti contrari ai doveri d’ufficio" nel prestarsi per le visite negli ambulatori dei medici di base o per avervi inviato medici del suo staff, allo scopo di reclutare nuovi pazienti.