Monza – Le vie di Monza torneranno quei luoghi di fascino e intense descrizioni evocati nei Promessi Sposi. Sta per prendere vita, grazie a un’iniziativa curata da Ettore Radice, presidente dell’associazione culturale Mnemosyne, l’itinerario permanente nei luoghi del capoluogo brianzolo che parlano di Alessandro Manzoni, di fatto il secondo capitolo delle iniziative legate alla rassegna manzoniana andata in scena l’anno scorso in città (con 11 eventi) per celebrare i 150 anni dalla scomparsa dell’illustre romanziere.
Verranno apposte – ad ottobre, se tutto va in porto – 18 targhe in altrettanti 18 luoghi iconici che sono citati o descritti nei Promessi Sposi (quasi tutti in centro, più Corso Milano e qualche via del quartiere San Gerardo), andando a comporre un vero e proprio itinerario, che servirà a rendere visibile ai monzesi e ai visitatori l’inscindibile legame tra lo scrittore milanese – di origini lecchesi per parte paterna e molto legato alla Brianza, dove ha passato buona parte dell’infanzia – e Monza. In ogni targa sarà inserita un’illustrazione delle prime pubblicazioni del romanzo e dell’edizione con i disegni di Giorgio de Chirico del 1964, più una frase di alcune righe e il numero del capitolo da cui è tratta.
Un Qr code apposto su ogni targa consentirà al visitatore di visualizzare un video per ogni tappa, in cui si troverà la lettura scenica – radio dramma del testo integrale della pagina da cui è tratta la frase – con filmati realizzati con attori (anche in inglese e lingua dei segni), preceduta dal riassunto del capitolo e seguita da dei video sui personaggi principali del romanzo. Inoltre in un opuscolo illustrativo del percorso manzoniano verranno inserite la cartina della città, con evidenziati i luoghi dove ci saranno le targhe. Seppur dai documenti storici non si abbia conferma della presenza fisica di Manzoni in città, pare certo che lo scrittore visitò Monza più volte.
“Manzoni, nella stesura dei Promessi Sposi, non può essersi immaginato, descrivendo in modo accurato, i ruderi del castello visconteo di Monza, o il monastero di Santa Margherita, dove era reclusa Marianna De Leyva, la Monaca di Monza, senza aver visto tutto ciò di persona - spiega Ettore Radice -. La descrizione della fortezza, già in rovina nel ‘600 e demolita poi nel periodo napoleonico (1807), è inserita all’inizio del IX capitolo, quando Lucia e Agnese entrano in Monza, passando per Porta Nuova (attuale Largo Mazzini), accanto ai ruderi del castello Visconteo. Anche il monastero viene successivamente raccontato nello stesso capitolo ed in quello successivo. Tutto con grande visione scenica e accuratezza”. Il lungo lavoro sta volgendo al termine, anche se per rientrare dai (tanti) costi sta occorrendo il supporto della Fondazione Comunità Monza e Brianza, dei Lions Club di Monza e dell’Unione commercianti.
“Ci mancano due giornate di riprese e fare il montaggio del girato - chiarisce Radice -. Per ora abbiamo raccolto 8mila e 500 euro, ma dobbiamo arrivare a 15mila euro per coprire tutto. Per questo speriamo in donazioni libere dei monzesi, possibili grazie alla raccolta fondi sul sito di Fondazione Comunità Monza e Brianza. Speriamo venga valutata la bontà, la qualità e l’importanza culturale del progetto per la nostra città”.