
Una delle tavole di Piffarerio e Nizzi
Desio, 6 maggio 2020 - Stefano Motta , insegnante e scrittore desiano, è uno dei più originali studiosi manzoniani della nuova generazione: in questo periodo ha pubblicato sul suo canale Youtube una parodia a fumetti del romanzo, intitolata “I Promessi congiunti“. In cinque minuti, montati con la colonna sonora dei vecchi film muti di una volta, attraverso il romanzo di Alessandro Manzoni ci parla di quanto stiamo vivendo nella realtà tra decreti e fasi a causa del Coronavirus. Alla cerimonia del congiungimento di Renzo e Lucia, "le faq del Governo - dice don Abbondio - sono chiare. Solo parenti sino al sesto grado. Si può uscire solo con mascherina in Lombardia e questa congiunzione non s’ha da fare né domani né mai". Motta riporta la questione dei decreti e delle fasi del Coronavirus nel romanzo manzoniano, mettendo alla berlina attraverso le vignette attualizzate i nostri comportamenti di questi mesi: così vediamo l’assalto ai forni e vi rileggiamo l’assalto ai supermercati, e la ricerca spasmodica di farina e lievito di birra, oppure la monaca di Monza che discetta su clausura e quarantena, o ancora Renzo crucciarsi sul suo stato di “promesso“ e su come rientri nei casi previsti dall’autocertificazione ministeriale. Nel finale ci sono carri con sopra persone e sulla vignetta c’è scritto: "Renzo e Lucia con l’estate sopravvivono al morbo tornano alla loro vita come altre persone". Nato a Desio nel 1975, Stefano Motta lo si vede in giro spesso coi figli a Desio, a comprare il pane o a passeggiare in modo anonimo, senza magari sapere che i nostri figli hanno a casa sugli scaffali qualche suo libro, o hanno studiato i Promessi Sposi sulla sua edizione commentata. Con l’ultimo uscito, “Latte e Ghiaccio“ (Edizioni del Faro, Trento) sono venti i titoli pubblicati da Motta e non c’è scuola d’Italia in cui uno di questi libri non ci sia. Uno dei suoi libri più fortunati è stato “I Promessi Sposi a fumetti, viaggio semiserio dalle vignette al romanzo“, in cui partendo dalle tavole di Piffarerio e Nizzi pubblicate sul Giornalino negli anni Ottanta conduce il lettore in una caccia al tesoro sui luoghi e nei temi manzoniani. Proprio da questo libro sono tratte le vignette che si è permesso di parodiare, con la libertà che l’amicizia con Manzoni gli concede. Conclude il professore e scrittore desiano: "Io non rido di Manzoni, rido con Manzoni: quando un’opera è davvero grande vive oltre il suo tempo. Il fatto che i Promessi Sposi, scritti nella prima metà dell’Ottocento per raccontare una vicenda del Seicento calzino ancora a pennello sulla nostra situazione attuale ci dice che o non siamo cresciuti noi, o Manzoni era davvero grande. Mi piacerebbe pensare la seconda, ma temo in realtà che sia la prima".