Seregno (Monza) – Ieri mattina alle 8.10, tutti gli alunni del liceo Parini sono stati invitati al plesso di via Gramsci. È stata organizzata una protesta contro il muro di gomma che il preside avrebbe creato nei loro confronti. “Vogliamo un grandissimo perché!” dicono i ragazzi, che ieri sono stati invitati tutti (sono 1.200) dai tre plessi del liceo. E hanno appeso striscioni con frasi come “Studenti non sudditi“ o “Omertà voce della paura“.

“L’altro Ieri - spiega un ragazzo - ci siamo trovati dopo la scuola e abbiamo acquistato materiale per fare gli striscioni con chiedere al preside di essere ricevuti. Gli alunni, soprattutto, quelli della 3° AE sono molto delusi per il fatto che il preside non li ha mai voluti incontrare. Il professor Gianni Trezzi parla con le TV, con noi no”. “Anche uno dei rappresentanti in Consigluio d’istituto dei ragazzi ha chiesto al preside al telefono un incontro. Sono arrivati solo “no“. I ragazzi vogliono sapere. Troppa omertà”.

La situazione è tesa. Sulla scuola è calato il silenzio “istituzionale“ con una mail inviata dal preside a tutti e 30 gli alunni della 3° AE. “Non sappiamo cosa sia successo in realtà, e neppure sappiamo se il nostro ex compagno che ha picchiato la docente mostrando segni di “fragilità psicologica“ sia a casa o altrove. Si dice che sia stato portato in una struttura. Il preside ha detto alla Tv che è stato ritirato dai genitori. Con noi era sempre stato distaccato, mai aggressivo. Vogliamo solo delle risposte”. L’episodio ha sconvolto la comunità scolastica.

“Anche se alcuni insegnanti hanno approvato quanto stiamo facendo per far tornare la nostra professoressa e per capire come mai il preside non si degni di dirci nulla, pure loro non si espongono”. Ieri c’è stato un collegio docenti con il preside. Tutti hanno le bocche cucite. “Perché? Nessuno di noi ce l’ha con qualcuno. Chiediamo solamente di essere convocati e capire, sapere. Inoltre, nessuno sa dirci come sta la nostra professoressa?”. I ragazzi nei giorni scorsi hanno mostrato solidarietà alla prof aggredita appendendo cartelli in corridoio, esprimendo speranza che la docente possa ritrovare la passione per l’insegnamento. “Siamo con lei”, “La scuola non è la stessa senza di lei” hanno scritto.