STEFANIA TOTARO
Cronaca

Scandalo delle protesi a Monza: una giudice va in maternità e il processo rischia la prescrizione

Alla sbarra i chirurghi Valadè e Bestetti, i 22 pazienti dovranno aspettare ottobre. Lo slittamento del processo è dovuto alla difficoltà di trovare sostituti in Aula

Il tribunale di Monza (foto d'archivio)

Dovranno attendere ancora fino a metà ottobre i pazienti delle presunte lesioni gravi per le protesi al ginocchio per vedere iniziare il processo, che già rischia di venire cancellato dalle prescrizioni. A chiedere giustizia 22 parti civili al dibattimento nei confronti dei chirurghi ortopedici Marco Valadè e Fabio Bestetti, che vede come responsabile civile il Policlinico di Monza dove erano in servizio i due medici.

L’assenza di una giudice per maternità e l’impossibilità a trovare un sostituto in un Tribunale che ha una grossa carenza di personale della magistratura penale è la causa del rinvio a lungo termine. Intanto già stanno scattando le prime prescrizioni, che rischiano di susseguirsi nel corso del processo, anche se la Procura ha dato respiro alle parti civili contestando l’aggravante delle lesioni come conseguenza del reato di corruzione che sposta un po’ in avanti i termini del colpo di spugna.

Ben 91 gli interventi chirurgici per la protesi al ginocchio ritenuti sospetti, ma molti episodi risalgono ormai già al 2014 e 2015. Marco Valadè e Fabio Bestetti hanno patteggiato per corruzione pene tra i 3 anni e 4 mesi e i 2 anni e 8 mesi, concordate con la pm della Procura di Monza Manuela Massenz, insieme al responsabile commerciale in Italia dell’azienda francese delle protesi Ceraver, Denis Panico e alla stessa società per il primo filone dell’inchiesta, per cui resta ancora alla sbarra (ma per corruzione per atti non contrari ai doveri di ufficio) il chirurgo ortopedico Claudio Manzini, in servizio agli Istituti clinici Zucchi, oltre a tre dirigenti francesi della Ceraver e il responsabile commerciale per la Lombardia Marco Camnasio.

Secondo le indagini della Guardia di Finanza di Milano Panico e Camnasio, con il placet dei tre dirigenti francesi, sarebbero stati i promotori e organizzatori dell’associazione per reclutare medici disposti a scegliere le loro protesi, offrendo denaro e altre utilità. Valadè e Bestetti si sarebbero attivati per utilizzare le protesi e contribuire alla ricerca di medici di base disponibili a reclutare pazienti.

Per l’accusa di lesioni personali gravi, a Marco Valadè sono stati contestati 76 interventi chirurgici tra il 2014 e il 2017, a Fabio Bestetti 15 casi tra il 2014 e il 2015. I medici sostengono di avere agito solo per il bene dei pazienti, tanto che alcuni di loro sono rimasti a farsi curare anche dopo lo scoppio dello scandalo.