Monza - Un ‘esperimento’ nel segno dell’inclusione, una nuova frontiera nel mondo cattolico. Quest’anno all’oratorio estivo Frassati di Cederna, grande periferia di Monza, i momenti religiosi e di preghiera non sono stati più appannaggio solo della liturgia cattolica, ma sono stati possibili anche per i bambini e gli animatori di fede musulmana.
Giusto ieri è stato l’ultimo momento di preghiera islamica, in questa settimana extra di oratorio feriale che è in corso dal 2 al 7 settembre. “Ho assunto questa scelta perché l’oratorio deve essere una casa di accoglienza per tutti – spiega Davide Forte, responsabile dell’oratorio Frassati di Cederna –. Questo è un quartiere eccezionalmente multietnico, dove c’è una compresenza interculturale notevole. Noi in oratorio feriale abbiamo anche tanti bambini e ragazzi musulmani, circa 40 in tutto (su 570 totali). Mi sembrava giusto che anche loro potessero vivere momenti religiosi, così importanti nella vita dell’oratorio”.
“Per questo ho contatto Tahany Shahin, cara amica e vicepresidente del Centro islamico di Monza – prosegue il responsabile oratoriale –, che mi ha dato subito disponibilità per tenere lei almeno una volta a settimana, per un’ora, momenti di preghiera islamica con i bambini, spiegando loro come pregare in maniera corretta, anche in senso fisico, il significato delle preghiere e passi del Corano. Oltre a lei, anche tre animatrici di fede musulmana hanno fatto pregare i bambini per altri due giorni a settimana”. “Un fatto molto significativo – commenta l’educatore –, perché ragazze di soli 14 e 15 anni in questo modo capiscono come la preghiera possa essere condotta da chiunque, non solo dal prete o dall’imam. Questo è il modo corretto di vivere la religione”.
Tahany Shahin, detta Titty, è un volto molto noto a Monza, anche per il suo attivismo sociale in diverse associazioni (come Lilt e Arcodonna). È lei in primis a definire l’iniziativa di cui è protagonista come “qualcosa di veramente insolito, forse il primo caso in Italia”. “L’idea di Davide ha come primo fine quello dell’inclusione – continua nel commento –. Per noi questa è l’occasione di trasmettere ai bambini i precetti religiosi e il corretto modo di pregare, per far vivere loro in maniera più autentica la dimensione religiosa. I bambini hanno bisogno che gli si ripetano le cose. Hanno tante distrazioni, e questi momenti di raccoglimento sono preziosi”. A cogliere i frutti positivi sono anche i genitori dei piccoli.
“L’importante è avere una religione di riferimento – commenta Karim, papà di Josef, bambino di 12 anni che partecipa ai momenti di preghiera islamici –. La religione insegna a non fare cose storte e ad avere una moralità”.