
di Cristina Bertolini
Tutte le 21 Rsa della Brianza aderenti al ad Arsa (Associazione Rsa Monza Brianza) si stanno adeguando o si sono già adeguate alle nuove regole dell’ordinanza Speranza per le riaperture al pubblico.
Niente "liberi tutti", ma appuntamenti da 30 minuti, doppia vaccinazione o in alternativa un tampone molecolare nelle 48 ore prima o certificato di guarigione; obbligo di mascherina Ffp2, solo per il visitatore, per vedersi senza protezioni, ma a distanza. Senza tali garanzie si usa ancora il plexiglass divisorio o la stanza degli abbracci. "Nessuno ha mai sottovalutato l’importanza delle relazioni affettive - sottolinea Davide La Greca, presidente dell’associazione Rsa - fino all’adozione dell’ordinanza dell’8 maggio si è scelto di assicurarle con modalità diverse, le uniche sicure: le videochiamate, gli incontri alle porte finestre e le pareti degli abbracci".
La gran parte delle strutture del territorio di Monza e Brianza, che nel corso dei mesi si sono dotati di molti protocolli per far fronte all’emergenza sanitaria, hanno già adottato il protocollo per gli incontri in presenza o lo stanno ultimando per renderlo concretamente applicabile. "Il protocollo che tutte le strutture di Arsa avevano già elaborato congiuntamente durante l’assemblea degli associati del 27 aprile scorso ha dovuto essere adeguato al nuovo testo, che è stato adottato nel tardo pomeriggio di sabato 8 maggio - continua La Greca . Le Rsa non possono ricevere ordinanze o disposizioni normative nazionali dall’oggi al domani: ciò richiede adeguamenti, anche di carattere burocratico, oltre che organizzativo, molto impegnativi, soprattutto in un momento storico di enormi difficoltà nel reperimento di figure mediche ed infermieristiche, problema che nessuno pare considerare. Siamo destinatari di continue norme che complicano in modo il lavoro di cura e le relazioni con i parentifamiliari".
Soddisfatti i parenti della Casa di riposo Bosco in città di Brugherio: "Da oggi si può entrare - dicono - la Rsa ha allestito 5 postazioni esterne e 4 interne, familiari e istituzione si stanno venendo incontro".
"Facevamo entrare i parenti, con plexiglass da giugno 2020 - ricorda Gianmario Colombo, direttore della rsa Bellani - ora ci siamo adeguati alle nuove norme. Il patto di condivisione del rischio fa parte dell’ordinanza Speranza, non è una clausula scaricabarile inventata dalle Rsa. Accanto ai parenti aperturisti ci sono anche quelli più cauti che ci chiedono di non correre rischi. Siamo tenuti ad applicare alla lettera le regole anti contagio".